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Michele Polga (tenor sax), Vicenzo Lucarelli (piano) with Gerardo Bartoccini (double bass),
Armando Sciommeri (drums) on 1/2/4/7; Giambattista Gioia (trumpet), Mauro Verrone (alto sax),
Marco Loddo (double bass), Max De Lucia (drums) on 3/5/6/8.
1) Memories of the future; 2) 4L; 3) Both hands; 4) Disculpa;
5) Night and day; 6) One for Cedar; 7) Odd and sunny; 8) I hear a rhapsody.
Vincenzo Lucarelli, romano, classe 1971, inizia a studiare piano jazz
nel 1987 e nel 1994 frequenta i corsi di Siena Jazz sotto la guida di
Mauro Grossi. Nel 1998 vince una borsa di studio che gli consente di
frequentare la Manhattan School di New York, conseguendo nel 2001
il Bachelor of Music. Prima di rientrare in Italia registra a Lubiana con il
contrabbassista Matej Hotko l’album «Road people». Incide nel 2003 a
Roma il suo primo disco da leader, «New cycle mood», per Splasc(h), in
quintetto con, fra gli altri, Daniele Tittarelli al sax alto. Suona in molti
festival, anche all’estero, e nell’estate 2007 decide finalmente di tornare
in studio di registrazione, scegliendo di alternare un classico quartetto
con sax tenore ad un sestetto, in cui si aggiungono tromba e sax alto, di
gusto più marcatamente boppistico. Mentre cambiano le coppie
ritmiche, l’unico solista presente in entrambe le sedute, oltre al leader
naturalmente, è il tenorsassofonista vicentino Michele Polga. Il
titolo, «Double check», viene dagli anni passati alla Manhattan School.
Ricorda lo stesso Lucarelli nelle note di copertina: “.. era la mia
insegnante di humanities ad utilizzare quest’espressione ogni volta che,
durante le lezioni, sorgeva qualche dubbio. E così il termine “double
check†è diventato parte del mio vocabolario ed è un’azione che compio
spesso nel mio lavoro… dopo aver scritto un brano originale o un
arrangiamento … ci torno sopra dopo averlo suonato per qualche giorno
od a volte anche per qualche settimana, e ne scrivo una versione
definitiva… L’ho utilizzato pensando soprattutto al doppio sound–check
che è stato necessario per realizzare il disco: uno per il quartetto ed uno
per il sestettoâ€. Sei composizioni del leader e due standard (Night and
Day, I hear a rhapsody, eseguiti entrambi con la formazione allargata),
danno la misura di un eccellente pianista ma non solo, di un musicista
ormai maturo ed originale, anche se inevitabili sono i riferimenti ai
maestri. Fra i brani originali meritano di venire ricordati almeno la
lirica Memories of the future, in quartetto, omaggio alla musica di
Wayne Shorter, e l’incisiva One for Cedar, in sestetto, che come il titolo
lascia chiaramente intendere è dedicata a Cedar Walton, che Lucarelli
ha scoperto grazie anche ai suggerimenti di Michele Polga.