Vincenzo Corrao (piano), Roberto Bartoli (double bass), Massimo Manzi (drums).
Special guest:
Fabio Petretti (tenor and soprano sax) on tracks 2/4/5/8/9.
1) A Child Is Born; 2) Ode to Thelo; 3) Autumn Leaves; 4) Cristy; 5) Fab’s Tune;
6) Chelsea Bridge; 7) Smoke Gets in Your Eyes; 8) Everything Happens to Me; 9)The Song Is You
Arrangements by Vincenzo Corrao.
Recorded on 26th and 27th February, mixed and mastered in July and August 2020,
at Marzi Recording Studio, Riccione (Forlì Cesena), by Daniele Marzi.
Vincenzo Corrao, che pur è stato molto attivo sulla scena jazzistica bolognese a cavallo fra
gli anni ’70 ed ’80, è un nome che suona oggi poco familiare agli appassionati italiani di jazz.
L’augurio è che questo suo nuovo album da leader, che arriva ben sedici anni dopo «My
Favourite Songs», registrato in trio con Riccardo Luppi ed Attilio Zanchi, ridia al veterano
pianista e compositore nato a Tunisi quell’attenzione che sicuramente merita. Seppur non
molto prolifico discograficamente, Corrao, già docente al Conservatorio felsineo – dal 2001
nell’allora appena nato Dipartimento Jazz – ha composto fra il 2005 e 2007 due brani sacri.
Non si è insomma occupato solo di jazz; ha diretto spesso larghi ensemble in cui la parte
vocale ha sempre rivestito un ruolo molto importante, tentando di gettare un ponte fra
musica classica e afroamericana. Non è però questo il caso di «Friends», che è invece
espressione fedele e sincera del suo credo jazzistico, del suo forte legame con la tradizione
post–boppistica, soprattutto Thelonious Monk. Lo confermano senza timor di smentita due
delle tre sue composizioni presenti nel disco, più apertamente Ode to Thelo, in modo meno
esplicito Fab’s Tune, entrambe arricchite dal sax tenore lirico e profondo di Fabio Petretti,
particolarmente ispirato anche nell’altro brano di Corrao, Cristy, una delicata ballad in cui
suona invece il soprano. Sia quando viene eseguita in trio che in quartetto la musica scorre
via fluida, mai banale, grazie anche al prezioso sostegno dell’efficace coppia ritmica formata
dal pulsante contrabbasso di Roberto Bartoli – sontuoso il suo solo in Everything Happens to
Me – e dalla batteria solida ed allo stesso tempo inventiva di Massimo Manzi. Se si esclude
il piano solo di Chelsea Bridge, piacevole quanto inaspettato, «Friends» colpisce per il
grande interplay, il senso di coesione ed una gioiosa scorrevolezza che possono nascere,
come ci ricorda il titolo, soltanto da un’amicizia sincera e profonda.