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Christina Stanchina, Gherardo Dacquati, Paolo Tubini, Franco Capiluppi (trumpet);
Alberto Tortella, Cristiano Boschesi, Luca Zocca, Alessandro Saottini (trombone);
Davide Agnoli, Roberto Piva, Matteo Gervasini, Federico Zaccatelli, Moreno Castagna (saxophones);
Daniele Pianegonda (flute); Davide Recchia (guitar); Gianluca Tagliazucchi (piano, arrangements),
Carlo Alberto Danieli (double bass); Alberto Girardi (drums). Renzo De Rossi (conductor).
Special guest: Emanuele Parrini (violin).
1) Le mille bolle blu; 2) E se domani;
3) Carlo Alberto Rossi Medley (Na voce e na chitarra, Di giorno in giorno, Vecchia Europa);
4) Nun é peccato; 5) Quando vien la sera;6) Se tu non fossi qui; 7) Stradivarius;
8) Trieste mia; 9) Tribute to Carlo Alberto Rossi (Louisiana, Amarti con gli occhi, Conosci mia cugina).
Fondata nel 1999 dal sassofonista Riccardo Piazzi, la Verona
Improvisers Jazz Orchestra raggiunge con questo suo secondo disco –
il primo è stato «Live 2002» (Vam Records) – la piena maturità . E ormai
una formazione non più legata soltanto alla realtà scaligera, ma che si
giova dell’apporto di musicisti provenienti da tutto il Veneto, da Trentino
e Lombardia. E’ diretta oggi da Renzo De Rossi, che ne è stato il
pianista sino al 2005, e presenta in questo album uno dei suoi più
riusciti progetti, dedicato ad uno dei maestri della musica leggera
italiana, il compositore Carlo Alberto Rossi, avvalendosi della presenza
del pianista genovese Gianluca Tagliazucchi – che è anche
l’arrangiatore di tutti i brani – ed, in qualità di solista, dell’ancor più noto
Emanuele Parrini (violino), nome di punta della nuova scena jazzistica
italiana. “Privati della parola, del testo letterario, i brani del Signor Rossi
più famoso della canzone italiana non hanno perso di efficacia e di
comunicazione. Il violino di Parrini non fa rimpiangere l’assenza della
voce, anzi tocca corde di espressività , di creatività e di fantasia
sconosciute al canto…â€. Le parole di Roberto Codazzi, che firma le
esaurienti note di copertina, confermano come l’aver chiamato il
violinista toscano si sia rivelata scelta quanto mai azzeccata. Si legge
ancora nella presentazione del disco: “In Nun è peccato il violino
dipinge un delizioso slow sul tappeto sonoro dell’orchestra. Quando
vien la sera è ritmo, è swing….In Stradivarius il violino non può che
essere protagonista e dialoga amorevolmente con la big–band per tutto
il brano…Il pianoforte fa da apripista a Trieste mia…e nella coda ci
pensa il violino di Parrini a illuminarla a giornoâ€. «E se domani» si rivela
insomma un album riuscito e godibile, che sarà apprezzato soprattutto
da chi ama le sonorità della grande orchestra.