1) In su mare (S.Maiore); 2) Progression (M.Calgaro); 3) Ammentos (S.Maiore);
4) Bluerik (P.Tonolo); 5) Spampanà (P.Birro); 6) Deep Art Men (M.Calgaro);
7) Airport (P.Tonolo); 8) Dettato (P.Tonolo); 9) Porto franco (M.Calgaro); 10) Tonolulu (Federico Benedetti).
Recorded on 27th April 2017 at Cat Sound Studio, Badia Polesine (Rovigo),
by Mario Marcassa; mixed and mastered on 31st October 2017 at Art Music Studio,
Bassano del Grappa (Vicenza), by Diego Piotto.
Da qualche anno ormai il jazz è diventato corso di laurea nei Conservatori
italiani. Il rischio, per una musica che si è sempre distinta per l’esuberante
vitalità e la sincera voglia di suonare dei musicisti, è quello di sedersi sugli allori
passati, accontentandosi di un banale deja–vu. Ciò non è successo a Vicenza,
dove cinque talentuosi ed affermati jazzisti si sono incontrati fra le mura di un
conservatorio ed hanno deciso oltre che di insegnarvi, di suonare insieme
facendolo nella maniera più naturale possibile: un repertorio di brani originali,
alcuni concerti per rodarlo, e poi tutti in studio di registrazione per cementare il
gruppo intorno ad un prodotto comune. Anche il titolo dato al disco dell’inedito
quintetto lo conferma, visto che «Deep Art Men» ci ricorda chiaramente che si
tratta degli insegnanti del Dipartimento Jazz del Conservatorio A.Pedrollo di
Vicenza. Tornano utili al proposito le note di copertina scritte da Federico
Benedetti, sassofonista, già allievo di Pietro Tonolo, che al suo maestro ha
dedicato la traccia conclusiva dell’album, Tonolulu. Creatività ed entusiasmo
traspaiono infatti “… nella solare serenità di Airport, con Birro sorprendente al
piano elettrico; in Dettato, brano tranquillo ma allo stesso tempo deciso ed
incalzante; negli shorteriani Progression e Porto Franco, dove Calgaro si
mostra particolarmente eloquente, ma anche nella magia notturna di Bluerik,
geniale omaggio postmoderno a Satie, che Tonolo colora delle numerose
sorprese che riesce ad estrarre dal suo sax tenore …”. Merita ancora di venire
ricordata “… tra le altre numerose perle, Ammentos, una vera festa, che evoca
la ricchezza di tutti i sud del mondo, in cui Maiore e Beggio tessono con
efficacia un caleidoscopio poliritmico in cui tutti si gettano a capofitto in un gioco
scoppiettante di idee sonore …”. Un disco da ascoltare con la massima
attenzione, perché in grado di riservare nuove e belle sorprese ad ogni
successivo ascolto.