
Nevio Zaninotto (sax tenore e soprano), Tommaso Genovesi (pianoforte),
Danilo Gallo (contrabbasso), U.T.Gandhi (batteria).
Ospiti: Francesco Bearzatti (sax tenore e clarino), David Boato (tromba), Elena Camerin (voce)
La prima prova da leader del 45enne pianista siciliano, ma ormai veneto d’adozione, presenta
nove composizioni originali, in grado di aderire con coerenza ad una precisa scelta stilistica (un
“modern-bop” molto aperto ed avanzato) ma di offrire allo stesso tempo all’ascoltatore
situazioni ed atmosfere sufficientemente variegate, mai ripetitive. L’album si apre con un trittico
di brani adatti a mettere in mostra l’affiatamento e l’ampia gamma timbrico–sonora del
quartetto. Si passa quindi dal “bop” duro di Colori in movimento al sentito tributo jarrettiano di
Song for Keith (ad esser evocato è però il Jarrett cantabile e un poco bluesy dei primi quartetti
Atlantic) ed alla sinuosa On a misty light, ballad arricchita di tenui accenti mingusiani. Entrano
poi, uno alla volta, i preziosi ospiti della seduta di registrazione, ovvero Elena Camerin, voce,
Francesco Bearzatti, sax tenore e clarinetto, David Boato, tromba. Dall’asimmetrica ed
incalzante Red wizard al sanguigno Smile blues, la cantante veneta dispiega l’ampia gamma
timbrica del suo trascinante “scat”, mentre la shorteriana Night Funk offre alla tromba di David
Boato l’opportunità di metter in mostra l’originale maturità stilistica raggiunta. Se con questo
quintetto, guidato dalla coppia di fiati sax-tromba, entriamo in pieno clima “Blue Note” anni ’60,
è il sax soprano di Nevio Zaninotto a condurre per mano, dopo l’esposizione del tema di D’altra
parte ed un ispirato assolo, il piano del leader in una delle escursioni solistiche più lucide ed
intense dell’album. Altrettanto convincente era stato il suo pianoforte nel fitto dialogo intessuto
con il tenore di Francesco Bearzatti all’interno di una delle più toccanti ballad del disco, Giulio,
tema eseguito in duo e dedicato al figlio. Bearzatti mostra tutto il suo valore passando dal sax
al clarino nel brano successivo, Fellini, la cui clownerie dolcemente nostalgica s’ispira
apertamente alla musica di Nino Rota. Va ricordato infine il fondamentale supporto fornito in
otto dei nove brani dall’affiatata, solida ed allo stesso tempo fantasiosa coppia ritmica formata
da Danilo Gallo, contrabbasso, e U.T. Gandhi, batteria, quest’ultimo membro del quintetto di
Enrico Rava alla fine degli anni ’90.