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Beppe Calamosca (trombone, accordion), Michele Polga (tenor sax),
Jeff Gardner (piano), Lorenzo Calgaro (double bass), Carlo Sacchi (drums).
Guest: Damiano Scarpa (cello) on 9
1) A stroll in a 52nd Street; 2) Vinse’s mood; 3) In a Beppetone;
4) Last chance dance; 5) Pearson (g); 6) Forever and a day;
7) Tempo permettendo; 8) Waltz 10; 9) Ballata per un Conte.
“Suoneremo…tempo permettendo…†: nasce così il nome del gruppo,
quasi per gioco durante un concerto estivo improvvisato
all’approssimarsi di un temporale e, “tempo permettendoâ€, sono
numerosi gli amici che hanno condiviso il progetto nato da un’idea di
Beppe Calamosca e Carlo Sacchi. Nomi di primo piano del jazz italiano
e due autentici “mostri sacri†del jazz d’oltreoceano come Jeff Gardner e
Mike Rodriguez. C’è un album autoprodotto, datato 2002, «I’m through
with love» e finalmente, oggi, un lavoro più maturo e regolarmente
distribuito, che sa incrociare stili e linguaggi diversi, «Forever and a
day» appunto, firmato da un quintetto compatto ed omogeneo, che ha
nell’eccellente trombonista Beppe Calamosca – pedina fondamentale di
molte big–band italiane, come la T.Monk Big Band di Marcello Tonolo,
così come della Carla Bley Big Band, di cui è da qualche anno
addirittura primo trombone – il suo più attivo rappresentante. Ci sono le
note struggenti di Ballata per un conte, scritta da Calamosca – che qui
suona la fisarmonica – in ricordo dell’amico Corrado, il jazz d’atmosfera
di Vince’s Mood, un’altra composizione del trombonista, ma anche la
delicatezza di Forever and a day segnata, come Last chance dance,
dall’eleganza di Jeff Gardner, pregevole pianista e compositore
newyorkese, classe 1953, allievo di Jaki Byard e John Lewis, che dal
2002 vive in Brasile. Ci sono ancora l’energia a tutto sax di Pearson(g),
contributo dato al quintetto dal tenorsassofonista Michele Polga, ormai
non più jazzista emergente, ma una delle più confortanti realtà del
giovane jazz italiano, la misurata compostezza di Waltz 10 e la gioiosa
nostalgia di A strollin’ in 52nd street, firmate ancora da Gardner, che
omaggia quindi l’amico Calamosca con la scherzosa In a Beppetone.
C’è infine l’ipnotico ostinato ritmico di Tempo Permettendo, brano del
contrabbassista Lorenzo Calgaro che dà il nome al gruppo. I nove brani
dell’album compongono un quadro dalle più diverse sfaccettature, ma
all’interno del quale ogni musicista ha saputo garantire la propria
pennellata d’autore, così da poter raccontare un percorso avvincente,
che ha in ogni sua tappa una preziosa gemma. Tempo permettendo,
naturalmente…