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Nieuw Ensemble on 3, Atlas Ensembleand Ed Spanjaard (conductor) on 1/2/4, Mango (tenor) on 2, Harrie Starreveld (flute, piccolo) and Ernest Rombout (English horn) on 1, Yan Jiemin (erhu) on 4, Wijnand de Groot (sound engineer) on 3.
1) Alfabeto deserto (2006); 2) Vocativo (2004); 3) Paul McCartney Commentaries (1995); 4) Snakes, Skin and Strings (2005). All compositions by Stefano Bellon
Live recorded in Amsterdam at: Concertgebouw n. 2 and n. 3; Muziekgebouw n. 1; Paradiso n. 4.
Mastered and edited in 2025 by Walter Bertolo, at Digitalsound Studio, Vedelago (Treviso), Italy.
Stefano Bellon (Padova, 1956) è un compositore classico formatosi alla scuola di Wolfango Dalla Vecchia e perfezionatosi con Franco Donatoni al Santa Cecilia di Roma e quindi all’Accademia Chigiana. Ha frequentato i seminari di Salvatore Sciarrino, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, e compiuto studi di analisi con Giacomo Manzoni. Ha lavorato come arrangiatore anche nel campo del jazz, musica che ha frequentato come pianista negli anni giovanili. Dopo esser passato per i conservatori di Udine, Rovigo e Trieste, è da qualche anno docente di composizione al Pollini di Padova. La sua musica è stata eseguita in Europa, America ed Asia sia da prestigiosi ensemble come il Quartetto Arditti, l’Atlas Ensemble, il CMEK o il Lumen Contemporary Ensemble, che da importanti e quotati solisti. Collabora strettamente con Alvise Vidolin nel campo della sperimentazione elettronica.____________________________________________________________________________________
Stilisticamente Bellon è partito da posizioni vicine a quelle di Donatoni, fra i suoi primi maestri, e Luciano Berio, a cui ha dedicato il brano Paul McCartney Commentaries, eseguito nove anni dopo la sua composizione alla Biennale Musica di Venezia del 2004. Lo accomunano a compositori come Bruno Maderna il ripensamento di esperienze compiute nel campo del jazz all'interno di una scrittura tradizionale, e lo sviluppo di un atteggiamento compositivo di derivazione post–seriale, anche applicato a materiali provenienti da culture extraeuropee, soprattutto asiatiche.
«Vocativo», primo album interamente dedicato alla sua musica – presente peraltro in molte produzioni discografiche a più firme – raccoglie quattro importanti composizioni che coprono all’incirca un decennio, dal già citato omaggio a Berio (1995) al più recente Alfabeto Deserto (2006). Si tratta di registrazioni “live” ma di ineccepibile qualità tecnica, effettuate tutte ad Amsterdam, e due di queste in una delle più prestigiose sale da concerto europee, il Concertgebouw. Tre sono eseguite dallo straordinario Atlas Ensemble – che si avvale anche di strumenti della tradizione asiatica – sotto la direzione di Ed Spanjaard ed una dal Nieuw Ensemble. Da sottolineare le prove maiuscole della cinese Yan Jiemin in Snakes, Skin and Strings e – per molti sicuramente una sorpresa – di Mango, la cui voce naturale ricchissima di sfumature è ideale interprete del brano che dà il titolo all’album, in cui il testo – ricavato da alcune poesie di Andrea Zanzotto – occupa un posto certamente importante. Un’interpretazione, la sua, che non fa che aumentare il rimpianto per la perdita di un cantautore così interessante, aperto alla ricerca e dal non comune talento vocale.
Ci auguriamo che questo disco possa riaccendere la luce dei riflettori su Stefano Bellon, e riportarlo all’attenzione della scena musicale italiana contemporanea. Segnaliamo che tre sue composizioni per big band jazz ed elettronica sono presenti in un altro titolo del nostro catalogo, «Note sui Sillabari (omaggio a Goffredo Parise)» (Arte Sonora, 2022), con testi di Vitaliano Trevisan da lui stesso interpretati.
Stefano Bellon (Padua, 1956) is a classical composer who studied with Wolfango Dalla Vecchia and further refined his skills with Franco Donatoni at the Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Rome and later at the Accademia Chigiana in Siena. He also attended seminars held by Salvatore Sciarrino, Pierre Boulez, and Karlheinz Stockhausen, and studied analysis with Giacomo Manzoni. In addition, he worked as a jazz arranger, a genre he had explored as a pianist in his youth. After attending the conservatories of Udine, Trieste, and Rovigo, he has been teaching composition for many years at the Pollini Conservatory in Padua. His works have been performed across Europe, America, and Asia by prestigious ensembles such as the Arditti Quartet, the Atlas Ensemble, the CMEK, and the Lumen Contemporary Ensemble, as well as by distinguished soloists. He collaborates closely with Alvise Vidolin in the field of electronic experimentation.
Stylistically, Bellon initially aligned himself with the aesthetics of Donatoni, one of his first teachers, and Luciano Berio, to whom he dedicated Paul McCartney Commentaries, premiered in 2004 – nine years after his composition – at the Biennale Musica in Venice. Like Bruno Maderna, he has pursued a rethinking of jazz experiences within traditional writing, developing a post–serial compositional approach that also incorporates materials from non–European – especially Asian – cultures.
«Vocativo», the first album entirely dedicated to his music (though his works appear on many other recordings), brings together four major compositions spanning roughly a decade, from the aforementioned tribute to Luciano Berio (1995) to the more recent Alfabeto Deserto (2006). These are live recordings of impeccable technical quality, all made in Amsterdam, two of them at one of Europe’s most prestigious concert halls, the Concertgebouw. Three compositions have been performed by the extraordinary Atlas Ensemble – which also features traditional Asian instruments – under the direction of Ed Spanjaard, and one by the Nieuw Ensemble. Particularly noteworthy are the outstanding performance by the Chinese musician Yan Jiemin in Snakes, Skin and Strings and, somewhat unexpectedly, by Pino Mango, whose naturally rich and nuanced voice proves ideal for interpreting the title track. Here, the lyrics – taken from some poems by Andrea Zanzotto – play an essential role, and Mango’s interpretation only deepens the sense of loss for such a remarkable singer–songwriter, open to exploration and possesses uncommon vocal talent.
We hope that this album will help bring renewed attention to Stefano Bellon, an innovative and highly individual composer, rare on the Italian contemporary music scene. We also wish to highlight another release in our Arte Sonora catalogue: «Note sui Sillabari» (Omaggio a Goffredo Parise), which includes three of Bellon’s compositions for jazz big band and electronics, with lyrics by Vitaliano Trevisan performed by the author himself.