Roberto De Nittis (toy piano, mini hammond, melody horn),
Zoe Pia (piccolo clarinet, sweet flute, saxoflute),
Sebastian Mannutza (miniature violin),
Davide Tardozzi (kids electric guitar, tenor ukulele),
Glauco Benedetti (sousaphone, baritone horn),
Marcello Benetti (baby drums, toy percussion),
Vincenzo Vasi (vocals, theremin, toys), Ada Montellanico (vocals).
1) L’alchimista; 2) Jinrikisha; 3) Tartaruga; 4) Lingua di Menelik;
5) Dada; 6) Oneiroi; 7) Always True to You in My Fashion;
8) Istanbul not Constantinople; 9) Ambaradan;
10) La Menade danzante; Suite for Jazz Orchestra n. 1:
11) Waltz; 12) Polka: 13) Foxtrot; 14) ghost track: Tomfoolery.
Recorded in June 2018, mixed and mastered in January 2019,
at Artesuono Recording Studios, Cavalicco (Udine), by Stefano Amerio.
«Dada» è il disco che non ti aspetti. La musica ha sempre guardato al
divertimento, al gioco, alla dimensione onirica e ludica della vita, al
sogno. Lo hanno fatto Vivaldi e Prokofiev, Mozart e Rota. Nel jazz
troviamo spesso ironia, scherzo, provocazione. Ma forse nessuno –
aspettiamo smentite – aveva prima d’ora utilizzato soltanto strumenti
giocattolo in un progetto musicale non indirizzato in via esclusiva ai
bambini (che non sono comunque esclusi da «Dada», anzi). Stupire di
questi tempi non è facile. Il disco del debutto del pianista foggiano
Roberto De Nittis, già noto agli addetti ai lavori per far parte delle
formazioni di Mauro Ottolini e Roy Paci, colpisce e stupisce. Già dal
primo brano, L’alchimista, il leader riesce a catturarci e farci entrare nel
mondo magico e fiabesco che ha saputo creare; ed è facile lasciarsi
trascinare, come Alice, in quel fantastico paese delle meraviglie. Con la
ripresa della dimenticata ma qui pertinente Tartaruga, dei Nasodoble, e
soprattutto con Dada, il paradosso ed il “nonsense” giungono ai più alti
livelli. Sono al suo fianco i fedeli Glauco Benedetti, Sebastian Mannutza
e la compagna Zoe Pia, che un anno fa gli ha regalato una splendida
bimba (presente nel disco) – qualcuno ricorderà che questo è anche il
quartetto della clarinettista sarda, che ha inciso per Caligola
«Shardana» – ed ancora lo specialista del therenim Vincenzo Vasi,
Davide Tardozzi, Marcello Benetti, che porta un gusto ed un groove
affinati nell’ormai lungo esilio a New Orleans. C’è infine, come ospite
speciale, Ada Montellanico, che con classe ed intelligenza è stata al
gioco, fornendo un contributo non secondario alla riuscita del lavoro.
Non resta ora che sfogliare gli altri dieci (anzi undici, con la ghost–track)
petali che compongono «Dada», margherita che ha tutti i colori
dell’arcobaleno. Scrive Steve Bernstein nelle sue brevi ma pregnanti
note di copertina: “Ascoltare «Dada» mi porta gioia. Amo gli
arrangiamenti incredibili, e questa musica è piena di sorprese, grande
cuore e grande intelligenza. Mi viene in mente uno dei miei arrangiatori
preferiti, il grande Jean Claude Vannier, ma è del tutto originale.
E questi musicisti possono davvero suonare un valzer! …”. Un timbro
che è un certificato di garanzia, basta e avanza: altro non serve aggiungere.