
Marco Tamburini (tromba), Pietro Tonolo (sax tenore), Marcello Tonolo (pianoforte),
Roberto Caon (contrabbasso), Mauro Beggio (batteria).
Nato a Castelfranco Veneto nel 1961, e diplomatosi in contrabbasso presso il locale
Conservatorio, Roberto Caon ha una lunga attività professionale alle spalle, che non ha toccato
soltanto l’ambito del jazz. Ma la frequentazione dei corsi di Umbria e Siena Jazz, nonché
dell’Euromeet, seminario tenuto a Castelfranco dalla newyorkese Manhattan School, lo hanno
convinto a dedicarsi completamente alla musica che più ama, il jazz appunto. Ha frequentato
un seminario triennale tenuto da Franco D’Andrea ed ha a sua volta insegnato a Bassano del
Grappa, presso la Scuola di Musica Dizzy Gillespie. Il quintetto riunito per il suo primo disco da
leader è completato da alcuni fra i più noti jazzisti dell’area veneta, oltre che dal bolognese
Marco Tamburini, con cui Caon ha più volte collaborato in concerto. Le nove composizione
originali del leader (il decimo titolo, unico standard del disco, è l’ellingtoniana Don’t Get Around
Much Anymore) riecheggiano atmosfere hard-bop tipiche di molti dischi Blue Note a cavallo fra
gli anni ’50 e ’60 ma sono, pur nella loro adesione ad uno stile ormai classico, notevolmente
fresche ed originali, ancor oggi del tutto attuali. Oltre al puntuale e profondo contrabbasso di
Caon, danno un fondamentale apporto alla riuscita della registrazione i fratelli Marcello e Pietro
Tonolo, davvero superlativa la prestazione del sax tenore, per concisione, relax ed inventiva,
il già citato Tamburini, uno dei migliori trombettisti jazz italiani del momento, ed il fantasioso
batterista vicentino Mauro Beggio, messosi in luce giovanissimo a fianco di Enrico Rava,
ed oggi fra i più richiesti specialisti italiani dello strumento.