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Laura Vigilante (vocals), Alberto Zuanon (double bass),
David Beltran Soto Chero (classical guitar, charango, quatro).
Special guest: Sergio Marchesini (accordion) on tracks n° 1/3/5/9/10/12.
1) MarÃa la portuguesa (C.Cano); 2) Mechita (M.R.Ballesteros); 3) Hasta la raÃz (N.Lafourcade);
4) Luna tucumana (A.Yupanqui); 5) El cosechero (R.Ayala); 6) No soy de aquà ni soy de allá (F.Cabral);
7) El desierto (L.de Sela); 8) Mambeado; 9) Respira (N.Doco); 10) TataralÃ; 11) La jardinera (V.Parra);
12) Porro (G.Montaña).
Live recorded at Piccolo Teatro Tom Benetollo, Padova, Italy, by Stolfo Fent;
mixed and mastered at Urban Recording Studio, Trieste, by Fulvio Zafret and Maurizio Camardi.
Nato come trio unito dalla comune passione per la musica sudamericana e con l’obiettivo di partecipare ad un concorso poi vinto, Remedio è subito diventato un vero e proprio gruppo. Ospite del loro concerto – da cui è stato tratto «Semillas» – il fisarmonicista Sergio Marchesin si è subito appassionato al progetto, entrando in pianta stabile nell’organico, che è oggi quindi un quartetto. Remedio ci guida in un suggestivo viaggio lungo le Ande, attraverso la musica e la poesia di importanti autori sudamericani, che ben conosce David Beltran Soto Chero, eccellente chitarrista peruviano da tempo stabilitosi in Veneto, area in cui vivono sia il contrabbassista Alberto Zuanon, attivo anche nell’ambito del jazz, sia la vocalist Laura Vigilante che lo stesso Marchesini. Remedio non esegue brani originali, ma pone molta attenzione alla scelta del repertorio, per nulla banale. L’America Latina di lingua spagnola è qui rappresentata quasi per intero, con un lieve dominio da parte di Argentina e Messico, ed i brani scelti sono stati composti tutti dopo la seconda guerra mondiale. Uniche eccezioni l’iniziale Maria la portoguesa dello spagnolo, meglio sarebbe dire andaluso, Carlos Cano, attento comunque alle musiche dell’area latina (in questo caso al Fado), così come El desierto, della statunitense Lasha de Sela, il cui padre però era messicano. Alcune canzoni hanno più di mezzo secolo, come la nostalgica Luna Tucumana o La jardinera, dell’immensa Violeta Parra, altre sono più recenti, come Tataralà e Mambeado, di Onda Vaga, rock band alternativa uruguaiana, o la suggestiva Respira, della giovane cantautrice argentina Natalia Doco, trasferitasi in Francia, con testo parte in spagnolo parte in francese. Pur presente appena in sei dei dodici brani, la fisarmonica di Marchesini sembra in perfetta sintonia con gli altri musicisti, confermandosi prezioso acquisto soprattutto nel trascinante finale di Porro, del colombiano Gentil Montaña, unico brano soltanto strumentale dell’album, ideale trampolino di lancio per l’efficace chitarra di Beltran Soto Chero.