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Alessandra Ravizza (voce), Andrea Megliola (chitarre, mandolino, fisarmonica),
Edmondo Romano (sax soprano, clarinetto, mizmar, low whistle, bansuri),
Roberto Izzo (violino), Paolo Marasso (contrabbasso), Edoardo Lattes (basso elettrico),
Luciano Zangari (batteria).
Ospiti: Anna Palumbo (clarinetto) nel brano n° 6, Victor Hernan Godoy Martini (violino) nel brano n° 8,
Andrea Trabuco (pandeiro) e Guido Ponzini (viola da gamba) nel brano n° 11.
1) La terza via; 2) Pir meu cori; 3) L’attesa; 4) Un mare;
5) Domani; 6) Naufragata nel deserto; 7) La neve e le rose;
8) Ya Yasmina attunsiyya; 9) La notte di San Giovanni; 10) Tra le nuvole;
11) Alla luce; 12) Riflessi di tegole; 13) Qualcuno, nessuno (ghost track).
Registrato a Genova nel 2012, mixing e mastering di Bruno Cimenti;
produzione artistica di Andrea Megliola; produzione esecutiva di Primigenia
Il progetto musicale Rebis nasce nel 2008 dall’unione degli intenti artistici
della cantautrice e “apprendista arabista†Alessandra Ravizza – voce nitida,
davvero personale, la sua – e del compositore–arrangiatore Andrea Megliola,
eccellente chitarrista. Il termine Rebis è una parola di derivazione latina (res
bina) la cui radice è emblema dell’equilibrio e dell’unione degli opposti. Voci,
corde, archi e percussioni danno vita ad una canzone d’autore contaminata da
sonorità mediterranee e melodie arabe. Le lingue s’intrecciano in un alternarsi
di italiano, arabo classico, francese e siciliano antico. L’obiettivo dei Rebis è
creare attraverso le canzoni “ponti emotivi†tra il sud dell’Europa ed il nord
dell’Africa. Con questo spirito hanno dato vita a «Naufragati nel deserto»,
disco d’esordio atipico, perché già lavoro profondamente maturo e complesso
(se quattro anni d’attesa possono sembrare troppi, ad ascoltare il risultato
finale ne è veramente valsa la pena). L’album è stato da loro stessi definito
come un “dolce naufragio nel deserto polveroso della nostra modernità â€. Il
deserto come metafora del mondo che ci circonda, un deserto fatto di
desolazione, di avversità e a volte di persone e di indifferenza, ma anche come
“luogo –non luogo†dell’io, punto di arrivo e di partenza. Un viaggio
attraverso i sentimenti dell’essere umano che unisce le persone al di là dei
confini geografici e culturali. Partendo dalla lezione della scena cantautorale
genovese e da quella pietra miliare che è stata Creuza de Ma, ma senza
comunque dimenticare quanto di buono è venuto con il tempo da un po’ tutti i
paesi mediterranei, i testi – tutti di Alessandra Ravizza – spesso giocati su
immagini e metafore, riflettono paure e speranze, sempre caratterizzati da una
forte passionalità , che però nasconde spesso anche una fragilità di fondo. In un
disco estremamente variegato ma dalla forte coerenza artistica, si passa con
estrema naturalezza dal siciliano nobile di Pir meu cori alligrari,
rielaborazione di un antico componimento poetico del tredicesimo secolo, alle
speranza di rinascita di L’attesa, passando per i testi in arabo di Un mare e
Naufragata nel deserto (â€Ma nelle onde del deserto non si può annegare, forse
perdersi o meglio cambiare strada†: sono parole tratte dalla canzone forse più
emblematica del disco) fino alle struggenti Ya Yasmina Attunsiyya e Riflessi di
Tegole, sentito tributo alla città di Genova. Chiude il disco Qualcuno, nessuno,
colonna sonora dell’omonimo cortometraggio, aggiunta alla scaletta come
“ghost trackâ€, piccolo gioiellino che sarebbe stato un peccato escludere. Da
sottolineare infine la recente quanto importante partecipazione del duo
genovese al Festival Italiano di Suzhou, in Cina (novembre 2012), a
rappresentare la cultura, nel senso più ampio del termine, italiana all’estero,
viaggio reso possibile grazie al MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) di
Faenza, che tanto ha fatto in questi ultimi anni per la musica italiana.