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Francesco Bearzatti (tenor sax, clarinet), Michele Polga (tenor sax),
Dario Volpi (electric guitar, loops), Otello Savoia (double bass, acoustic guitar), Franco Dal Monego (drums).
1) Arabesque; 2) Her birthday; 3) Jungle trip; 4) Poulette; 5) Roar;
6) Il ritorno; 7) Circle game; 8) Splatter; 9) Waltzin’; 10) Di riffa o di raffa;11) Dans le ventre du souk; 12) Requiem for Pedro; 13) Un giorno, forse…
Quarto disco di Otello Savoia per la nostra etichetta, «Cromosoma
Alfa» rivede all’opera lo stesso quintetto (variato solo in minima parte,
con il batterista Franco Dal Monego al posto di Zeno De Rossi), che
aveva registrato nel 2004 il suggestivo «Dispair». Prendono così corpo
due distinte linee programmatiche nella poetica espressiva del
contrabbassista bresciano: una più solare e lirica, che lo vede
solitamente impegnato in quartetto con la fisarmonica di Fausto
Beccalossi (dischi di riferimento sono «Luise» e «…in giostra»), ed
un’altra più introspettiva, vagamente nostalgica e maggiormente
sperimentale, che s’identifica con quello che è ormai diventato il Dispair
Quintet. Il gruppo riporta alla mente le formazioni di Paul Motian con Bill
Frisell e Joe Lovano, ch’era affiancato nei primi tempi da un secondo
sassofonista, Billy Drewes, un po’ come succede qui per la coppia
Polga e Bearzatti, entrambi tenoristi, anche se il secondo utilizza, molto
bene peraltro, il clarino. Con questo strumento sa essere esplosivo
nell’incedere frenetico della marcia di Roar, ma allo stesso dolce e
suadente nel lieve tre quarti di Waltzin’. Il disco si apre con
l’accattivante scala modale di Arabesque, e riesce a far convivere una
ballad struggente come Poulette con il funk aggressivo di Splatter, o
l’ipnotico mood arabo, quasi una danza, di Dans le ventre du
souk, mantenendo sempre però una sorprendente coerenza di fondo,
dall’inizio alla fine. E’ bello riascoltare suonare insieme, dopo sei anni,
Michele Polga e Francesco Bearzatti, oggi due fra le voci più originali e
stimolanti del jazz italiano, ma all’epoca del precedente disco molto
meno famosi. Dario Volpi si conferma chitarrista duttile, capace di dare
il meglio di sé nelle situazioni più diverse, mentre il drumming fantasioso
e pulsante di Franco Dal Monego non fa assolutamente rimpiangere
quello del suo più celebre predecessore. Non c’è solo Motian fra i
modelli che hanno ispirato Otello Savoia, che non nasconde il suo
amore per un maestro come Charlie Haden né l’interesse per il più
giovane Ben Allison, entrambi eccellenti contrabbassisti ma anche,
e non è affatto un caso, leader autorevoli e compositori personali.