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Nicola Fazzini (sax alto), Riccardo Chiarion (chitarra elettrica),
Stefano Senni (contrabbasso), Tommaso Cappellato (batteria)
Dopo molte incisioni ed un’intensa attività concertistica, il trentottenne Nicola Fazzini – qui
impegnato solo al sax contralto, ma suona anche il soprano – ha finalmente deciso di uscire
allo scoperto come unico leader, firmando un disco, quest’atteso «Watch your step», che dÃ
l’esatta misura della sua ormai personale e matura cifra stilistica, ponendolo, di diritto, fra i più
interessanti sassofonisti italiani della sua generazione. Nato a Milano ma formatosi
musicalmente nell’area veneziana, sotto la guida dell’indimenticato Maurizio Caldura, Fazzini
ha poi frequentato, dal 1992 al 1997, la Musikhochschule di Graz. Risultano importanti in
questo periodo le collaborazioni con il veterano sassofonista austriaco Karl Drewo, ma anche
quelle con Berndt Luef e Mark Murphy. Dal 1999 vive stabilmente a Mogliano Veneto e fonda,
nel 2000, con Dario Volpi, Danilo Gallo e Zeno De Rossi, il quartetto Palo Alto, con cui registra
due album e suona un po’ in tutta Europa. Negli ultimi anni Fazzini diventa membro stabile
della Thelonious Monk Big Band di Marcello Tonolo – è presente in «Night over» (Caligola
2081) – suona nel sestetto “Shtik†di Zeno De Rossi e nel gruppo della cantante Elena
Camerin, che ha inciso l’originale «Grazie dei fiori?» (Caligola 2063), oltre ad insegnare nella
scuola di musica Thelonious Monk. Si è da poco laureato al Dipartimento Jazz del
Conservatorio di Castelfranco Veneto. Il quartetto con cui affronta quest’incisione è da qualche
tempo un gruppo stabile, l’unico oggi a suo nome, che si affianca alla formazione “Two of some
kindâ€, di cui divide la responsabilità con il sassofonista Mauro Bordignon. Non è un caso che gli
siano in questo caso a fianco alcuni dei migliori esponenti del giovane jazz triveneto, alcuni
ancora poco noti in campo nazionale come il chitarrista goriziano Riccardo Chiarion ed il
batterista padovano Tommaso Cappellato, altri già affermati, come il contrabbassista veronese
Stefano Senni. Nei sei brani di sua composizione Fazzini rende un personale sentito omaggio
ai sassofonisti che più lo hanno ispirato nel suo percorso artistico, da Sonny Rollins (Oxyd) a
John Coltrane (Steps), da Joe Lovano (For Joe) a John Williams (JW), ma anche, per restare
più vicini, l’austriaco Karl Drewo ed i maestri veneti Maurizio Caldura e Pietro Tonolo. Il suono
del quartetto risulta in linea con le più attuali tendenze del jazz contemporaneo, ma appare allo
stesso tempo morbido e rilassato, quasi si volesse fare i conti con quanto sin qui realizzato e
creare le premesse per un nuovo, importante tuffo nel futuro che, ne siamo certi, non sarÃ
avaro di soddisfazioni.