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Nicola Dal Bo (Hammond A-100 organ, piano),
Michele Manzo (electric guitar), Massimo Chiarella (drums).
1) .Org; 2) G – Spot blues; 3) Organology; 4) Io che amo solo te;
5) When lights are low; 6) Organismo swing; 7) Suspect;
8) Flowers for a lady; 9) Jimmy’s idea; 10) Suspect (piano solo).
Disco del debutto per Nicola Dal Bo, di San Donà di Piave (Venezia),
qui impegnato all’organo Hammond, ma anche pregevole pianista (lo si
può ascoltare al piano–solo nell’ultimo brano del disco, ripresa di un
tema già eseguito in trio), che dopo essersi diplomato al Conservatorio
veneziano Benedetto Marcello, ha approfondito gli studi jazzistici con
Bruno Cesselli e Paolo Birro. Il gruppo ripropone quella sonorità bluesy
tipica delle formazioni con l’organo Hammond, che hanno caratterizzato
una parte della produzione discografica Blue Note degli anni ’60, Jimmy
Smith “in primisâ€. Il repertorio è costituito per la maggior parte da brani
originali del leader, nelle quali si può avvertire il rispetto per la tradizione
jazzistica, oltreché una profonda conoscenza della stessa, ed in
particolare di quella corrente sviluppatasi negli anni ’50, ma ancor oggi
più che mai vitale, nota come hard–bop, in cui vengono valorizzati lo
swing, il blues ma anche i ritmi latini. Ed oltre a Suspect – eseguita sia
in trio che, come già ricordato, in completa solitudine al pianoforte –
sono da segnalare l’accattivante brano d’apertura, .Org, così come il
sentito omaggio al maestro di tutti gli organisti, Jimmy’s idea. Trio
omogeneo ed affiatato, quello condotto con efficacia dal tastierista
veneto, che può contare sulle notevoli qualità strumentali di Michele
Manzo, chitarrista che merita l’attenzione degli addetti ai lavori, e
dall’esperto batterista padovano Massimo Chiarella, che ha pochi eguali
in Italia per fantasia e senso dello swing, accompagnatore sensibile e
raffinato che qualsiasi solista vorrebbe avere al suo fianco. E’ un lavoro
decisamente riuscito, fresco e sincero, quello di Nicola Da Bo, che le
brevi ma lucide note di copertina di Pietro Tonolo – di cui riportiamo un
estratto – ci aiutano a mettere a fuoco. “E’ bello ascoltare della musica
così: tre musicisti suonano insieme, le note ti prendono, ti coinvolgono,
dopo pochi secondi non percepisci più le singole individualità ; si forma
l’immagine di un unico organismo, non sai dove finisce la batteria e
dove comincia la chitarra, o forse sono i bassi dell’Hammond?… Si
intuisce cosa rende possibile questo effetto quasi terapeutico: l’estrema
compatibilità del timbro e della pulsazione di Nicola, Michele e Max…
Suono e Ritmo, i due grandi cardini della musica, che se utilizzati con
maestria aprono tutte le porteâ€.