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Emiliano Deferrari (voce, chitarra, basso elettrico), Matteo Nahum (chitarre, tastiere, live electronics, arrangiamenti),
Daniele Pinceti (basso elettrico), Marco Biggi (batteria). Aggiunti : Gianluca Nicolini (flauto), Roberto Piga (violino),
Raffaele Rebaudengo (viola), Alberto Pisani (violoncello), Fabiano Cudiz (tromba), Vladimiro Cainero (corno francese),
Adriano Strangis (trombone), Alessandro “Bosketto†Bosco (sax tenore).
1) Intro; 2) Charming gaze; 3) Nanaue; 4) Meet the Aeolist;
5) Eternal lover; 6) Perspectives; 7) Sleepy drive; 8) Nanaue (reprise).
Registrato a Roma e Genova tra il 2008 ed il 2013 da Roberto “Robbo†Vigo;
missato da Matteo Nahum e “Robbo†Vigo a Genova; masterizzato da Bruno Cimenti.
Nanaue è un semidio della mitologia hawaiana. La canzone dal titolo
omonimo è nata prima di decidere di chiamare così l’intero progetto, e
racconta del ritrovamento del corpo di Nanaue su una spiaggia, evento che
dà origine a una serie di considerazioni. Nanaue è un semidio con una
doppia anima ed un doppio corpo, la testa e il tronco dello squalo e il resto
del corpo dell’uomo. La sua natura è essere diviso tra l’istinto per la caccia e
il sangue ed il bisogno di amore, istinti contrastanti che sono anche
all’origine della sua fine. Nanaue è anche il nome di una band, di un album e
di una canzone. Ognuna delle incarnazioni di questo nome, ovvero il duo
compositivo formato da Emiliano Deferrari e Matteo Nahum, il loro album e
la title–track, può essere descritta usando le stesse parole: libertÃ
compositiva, creatività , anacronistica passione per il racconto, matrimonio
perfetto tra libera ispirazione, sudore della performance e ricerca formale. Il
matrimonio a tre potrebbe sembrare scandaloso, ma l’ascolto della sezione
ritmica pulsante, delle storie “recitate cantando†insieme alla purezza degli
archi amalgamati con legni ed ottoni non lascia dubbi. Parlare di rock, song
–writing, avant–pop, prog, non porta lontano da Nanaue, ma non ne descrive
pienamente la complessità . Per chi è alla ricerca di etichette forse “art rockâ€
è la più azzeccata, soprattutto perché Matteo Nahum ed Emiliano Deferrari,
entrambi genovesi (ma il secondo da qualche anno si è trasferito a Roma) e
polistrumentisti, approdano a questo progetto dopo diversi lavori solisti e le
più disparate collaborazioni artistiche, non soltanto musicali – Nahum,
stretto collaboratore di Max Manfredi, ha suonato nel disco di Cristiano
Angelini, «L’ombra della mosca», di cui è anche arrangiatore, che ha vinto il
Premio Tenco come migliore Opera Prima nel 2011 – ma anche legate alla
danza, al teatro, alla performance ed alle arti visive. Non va poi dimenticato
che entrambi hanno fatto parte, seppur in momenti diversi, dei Real Dream,
tra le cover band dei Genesis più conosciute in Italia. Nanaue è una band che
scrive canzoni, e l’album – il primo, dopo sei anni di attività e lavoro comune
– ne contiene una raccolta omogenea e variegata al tempo stesso, inserito in
una tela armonica wagneriana, dal prog di Charming gaze, al blues di
Eternal lover (ma è un’anima blues declinata con la libertà e lo spazio dei
Pink Floyd), dal cantabile latin, che profuma di David Byrne, di Meet the
aeolist al psichedelico gospel di Sleepy Drive od alla visionaria ripresa finale
di Nanaue, sorta di “ghost track†aggiunta. Racconta Matteo Nahum che “il
progetto Nanaue nasce nel 2007 dall’incontro con Emiliano Deferrari.
Galeotto fu MySpace, ed una serie di frequentazioni comuni nell’ambiente
musicale genovese. Dopo aver sentito il suo disco solista ho capito che avrei
voluto assolutamente scrivere qualcosa con lui. Direi che abbiamo scoperto
molte affinità e, dalla prima canzone del 2007 ad oggi, abbiamo scritto una
ventina di brani, di cui solo una parte è stata pubblicata su questo disco, ma
altri, peraltro già presenti nella scaletta dei concerti, andranno a comporre il
secondo album, su cui stiamo già lavorandoâ€. I due musicisti genovesi,
artefici del progetto, non esitano a confessare che King Crimson, Pink Floyd,
Genesis, Yes, oltre che i Beatles naturalmente (che riecheggiano in alcuni
raffinati arrangiamenti) costituiscono, insieme al jazz e al klezmer, a Mahler
ed alla canzone d’autore, il fondamento della loro formazione musicale,
ancor oggi dei punti di riferimento stimolanti quanto irrinunciabili. Ha
scritto Guido Festinese sull’inserto “Alias†del Manifesto: “Ascolti il primo
brano, e sembra di precipitare in una landa incantata che sta tra «The lamb»
dei Genesis e il primo album di Peter Gabriel, Con le chitarre floydiane di
Gilmour. Terra incognita sinuosa ed affascinante. Nanaue è un duo di
compositori e polistrumentisti attivi spesso in tutt’altri contesti: quando fanno
art rock, rispettano alla lettera cosa dovrebbe essere questa musica: memoria
di una stagione irripetibile e futuro assiemeâ€.