Nagual (tenor and soprano sax), Gianpaolo Prata (piano),
Dario Zennaro (guitar), Marco Vavassori (double bass), Luca Colussi (drums).
Special guest: Fabio Lazzarin (tabla) on tracks n. 6 and 13.
1) Aria; 2) Mate; 3) Song for Pat; 4) Itaca; 5) Choro; 6) Stella Maris;
7) Sister Africa; 8) Indigo Sea; 9) Danza; 10) Meditazione;
11) Yantra; 12) Guaranà; 13) Shangri La; 14) Mayumi.
Recorded and mixed in August 2018, at Art Music Studio,
Bassano del Grappa (Vicenza), by Diego Piotto.
«Sketchbook» è il terzo album da leader del sassofonista veneziano
Nagual (nome mediato dalla tradizione indigena messicana), alias
Giovanni Ancorato, che viene dopo quello del debutto, «Quintessenze»
(Caligola) e «Private Music» (Alfa Music). Anche in questo lavoro i
brani, tutti composti da Nagual, si presentano come una sintesi di vari
stili, non solo jazzistici; il jazz si mescola infatti ad altre musiche etniche,
latinoamericane soprattutto, ma anche africana ed indiana. È un jazz
che riflette e sintetizza il vissuto del musicista veneziano, che da vari
decenni naviga per il mondo incontrando quindi, in prima persona, le più
diverse culture musicali. Ne sono un chiaro esempio le diverse strutture
ritmiche utilizzate, che vanno dal 7/4 di Stella Maris e Sister Africa al 5/4
di Song for Pat (un’esplicita dedica a Metheny) od al 6/8 di Danza e
Guaranà, che ci riporta direttamente in Brasile, paese evocato anche in
Choro, come il titolo lascia chiaramente intendere. Ma vi sono anche
l’India di Yantra e dell’immaginaria città di Shangri La, ravvivata, come
Stella Maris, dalla presenza delle tabla di Fabio Lazzarin. Ma, come
suggerisce il titolo dell’album, più che a ritratti compiuti, siamo di fronte
a dei bozzetti, a degli schizzi, “sketches” appunto, che servono come
stimolo ed ispirazione alle improvvisazioni, sempre pertinenti e mai
prolisse, dei musicisti. Il quintetto guidato da Nagual, a suo agio sia al
tenore che al soprano, appare sufficientemente compatto ed equilibrato
per affrontare con disinvoltura ogni atmosfera ed umore, rafforzato da
anni di lavoro comune, forte soprattutto delle qualità strumentali della
chitarra di Dario Zennaro e della batteria di Luca Colussi. Ma non sono
da meno i più giovani e forse meno noti Gianpaolo Prata e Marco
Vavassori. È un jazz, quello di Nagual, capace non solo di evocare
paesaggi lontani, ma di condurci per mano con soavità e leggerezza
alla scoperta di un mondo spirituale che possiamo trovare prima di tutto
dentro noi stessi.