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Michele Francesconi (piano), Giulio Corini (double bass), Luca Colussi (drums).
1) Allegro; 2) Moderato, Andante; 3) Choro; 4) Calmo; 5) Presto; 6) The Room Before; 7) Migrations; 8) The Sun Comes to Me; 9) Skvala; 10) Fire; 11) Air; 12) Water; 13) Earth.
Tunes 1/2/3/4/5 composed by Marco Ponchiroli; tunes 6/7/8/9 by Stefano Travaglini; tunes 10/11/12/13 by Luca Dell’Anna.
Recorded, mixed and mastered at Artesuono Recording Studios, Cavalicco (Udine), Gorizia, Italy, in September 2022 by Stefano Amerio.
È un progetto davvero inusuale quello realizzato con sorprendente coraggio e pazienza certosina da Michele Francesconi, classe 1975, pianista di grande spessore ed apprezzato didatta, ma anche schivo, e quindi poco presente nei festival che contano. In una scena jazzistica dove domina la figura dell’interprete–leader–compositore Francesconi ha deciso di commissionare a tre colleghi ed amici pianisti delle composizioni su un preciso tema che lui avrebbe poi interpretato con un eccellente trio completato da Giulio Corini, contrabbasso, e Luca Colussi, batteria, musicisti che non hanno certo bisogno di presentazioni. Un’operazione inusuale e coraggiosa la sua, mediata dalla musica classica ed inusuale nel mondo del jazz. Il pianista faentino ha registrato questo lavoro tre anni fa: deve aver quindi riflettuto a lungo prima di decidere di pubblicarlo. Il tema assegnato è stato quello, ricorrente nella storia della musica, delle stagioni e del loro ciclico succedersi. Racconta Francesconi nelle note di copertina: “Qualche anno fa ho chiesto a tre pianisti compositori che stimo molto di mettere in musica le stagioni. Dopo diverse prove di arrangiamento e l’innesto di parti improvvisate il risultato è quello che ascoltate in questo disco. La forma musicale più naturale per evocare questo tema mi è sembrata la suite che, rispetto alla solita successione di brani separati, richiede una concentrazione più lunga e funzionale all’idea di ciclo”. Stagioni che nella scelta poetica di Marco Ponchiroli sono diventate cinque; al loro interno si passa senza forzature e con gusto raffinato da Vivaldi al chorinho brasiliano. Il pianista veneziano non assegna titoli ai brani ma solo indicazioni di moto, come di norma avviene nella musica classica. Nelle quattro composizioni di Stefano Travaglini predominano invece i colori scuri ed il linguaggio armonico appare più complesso, con un’intensità emotiva molto vicina al jazz di matrice nordeuropea. La terza suite in ordine di ascolto, firmata da Luca Dell’Anna, si sviluppa su aree diverse che alla fine vengono idealmente ricondotte ai quattro elementi primari: fuoco, aria, acqua e terra. Oltre che ricercare una forte originalità ritmico–melodica, il compositore ferrarese utilizza colori fortemente evocativi. La difficile sfida affrontata da Michele Francesconi, rischiosa ma non azzardata, anche grazie all’efficace contributo dei suoi due affidabili e preziosi partner, può considerarsi alla fine vinta.