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Mariangela Cagnetta (vocals, flute),
Viz Maurogiovanni (electric bass), Pierluigi Villani (drums).
1) Things Ain't What They Used to Be; 2) Afro Blue; 3) Nature Boy;
4) Lawns; 5) Caravan; 6) Lazy Afternoon Phunk; 7) And I Love Him;
8) Speak Low; 9) Blue in Green; 10) Giant Steps; 11) Moon River .
Recorded in August 2018 at Four Elements Studio, Bari;
mixed and mastered in May 2019, at Bess Recording Studio,
Montesilvano (Pescara), by Claudio Esposito.
Siamo di fronte, anche se non si direbbe, al debutto discografico da
leader di Mariangela Cagnetta, vocalist barese ancor poco nota del
panorama jazzistico italiano, ma che lo diventerà presto dopo un album
dal grande impatto emotivo ed a dir poco sorprendente come
E-Motion. Già dopo l'ascolto del brano d'apertura, Things Ain't What
They Used to Be, si rimane piacevolmente stupiti. Questo registrato
dalla Cagnetta, è proprio , non sembra esagerato affermarlo, il disco
che non ti aspetti. Non ti aspetti innanzitutto una simile formazione.
Accompagnano infatti la voce di Mariangela il pulsante, vulcanico basso
elettrico a sei corde di Viz Maurogiovanni e l'incalzante, precisa batteria
di Pieluigi Villani, ovvero due fra i più brillanti ed originali esponenti della
vivacissima scena musicale pugliese degli ultimi anni. Siamo quindi in
presenza di un trio davvero scarno ed essenziale, che forse non ha
precedenti nel jazz moderno. La mancanza di uno strumento armonico
non solo non si fa sentire, ma esalta ancor di più le dinamiche,
l'interplay, i sorprendenti cambi di ritmo del gruppo, così come il
coraggioso talento della voce della Cagnetta, che qui non sembra porsi
limiti o confini. Il trio dimostra di saper dare nuova vita a brani tanto
celebri da apparire quasi ingombranti. Ma più che un completo
stravolgimento del materiale originale, così bello ed importante, è un
modo il loro, personalissimo, per rivitalizzarlo e renderlo ancora attuale,
grazie ad una prospettiva moderna ed innovativa. Difficile stilare una
graduatoria fra gli undici brani, di cui solo uno è originale. Dall'ipnotica
sospensione ritmica che introduce il classico beatlesiano And I Love
Him ai funambolici vocalizzi di Giant Steps, dalla raffinata rilettura della
modale Blue in Green all'incalzante introduzione di Caravan, gli spunti,
i motivi di riflessione, ma soprattutto le prelibatezze che ci vengono
offerti sono molteplici.