Michele Uliana (clarinet), Alberto Lincetto (piano),
Marco Vavassori (double bass), Enrico Smiderle (drums).
1) Hocking; 2) Sognando; 3) Shukran; 4) J. Be Blues;
5) Hare; 6) InContra; 7) Kurkuma; 8) Francesco’s Smile.
Recorded, mixed and mastered on 27th and 28th February 2022,
at Art Music Recording Studio, Bassano del Grappa (Vicenza), by Diego Piotto.
Dopo brillanti studi accademici condotti al Conservatorio di Rovigo con Marco Tamburini e Stefano Senni, ed un’intensa quanto proficua attività artistica, svolta non solo nell’ambito del jazz, ma anche di musiche che gli sono vicine come blues, folk e pop, il contrabbassista Marco Vavassori, nato a Jesolo (Venezia) nel 1988, pubblica finalmente il suo primo album da leader. Ha riunito per l’occasione musicisti–amici sensibili e preparati in un quartetto che potrebbe apparire convenzionale se non fosse per la presenza del sorprendente quanto efficace clarinetto di Michele Uliana, che in questo contesto prende il posto che in analoghe formazioni viene occupato dal sassofono. Il gruppo è completato dall’inventivo e solido batterista Enrico Smiderle, compagno di studi del leader a Rovigo, e dall’altrettanto giovane ma già personale pianista Alberto Lincetto, che a dispetto dell’età può vantare una discografia molto più corposa di quella dei suoi compagni di viaggio. La musica di Vavassori – sono tutte sue le otto composizioni presenti nel disco – appare fresca e mai banale, riuscendo a catturare da subito la nostra attenzione, anche quando utilizza materiali e stili convenzionali come blues, bop moderno e jazz modale. È contraddistinta in particolare da un’attenzione e da una tensione emotiva che non vengono mai meno nelle otto tracce di «Walking with Bob», da Hocking, brano d’apertura lirico e solare, costruito quasi interamente su accordi maggiori, al profondo blues di J. Be Blues, sentito omaggio al “papà” di tutti i contrabbassisti, quel Jimmy Blanton, morto giovanissimo, geniale e rivoluzionario quanto troppo spesso dimenticato. Sarà per l’ascoltatore estremamente piacevole lasciarsi trasportare dalla musica del quartetto passando dai temi cantabili, intrisi di folklore mediterraneo e balcanico, di Sognando e Kurkuma, all’ostinato pedale modale di Shukran, ma anche dall’ipnotica Hare, dove contrabbasso e pianoforte supportano nel migliore dei modi le escursioni solistiche di clarinetto e batteria, alla gioiosa e danzante Francesco’s Smile, brano che chiude l’album con una ventata di contagiosa e genuina allegria.