
Marco Tamburini (tromba, flicorno), Gary Bartz (sax alto), Paul Jeffrey (sax tenore),
George Cables e Marcello Tonolo (piano), Ray Drummond (basso), Billy Hart (batteria)
Non pensiamo di esagerare nell’affermare che il disco «Two days in New York», in uscita per la
nostra etichetta, Caligola Records, all’inzio del prossimo mese di marzo, potrebbe
rappresentare un momento molto importante della già brillante carriera del trombettista Marco
Tamburini, soprattutto in funzione di maggiori riconoscimenti internazionali. Come ricorda Paolo
Fresu, collega ed amico di Marco, nelle note di copertina che ha voluto scrivere per l’album, “
…Se è vero che Marco non è nuovo ad esperienze discografiche di respiro internazionale,
questo Cd è di certo quello in cui, più di ogni altro, si carica di grandi responsabilità come
leader, coinvolgendo alcuni dei più straordinari protagonisti dell’attuale scena jazzistica, con un
progetto riccamente arrangiato, dove la sua raffinata cantabilità trova un’ancor più piena
realizzazione in cinque brani originali, composizioni fresche e ben costruite. Un gusto melodico
tipicamente italiano, che riesce a contagiare tutti i suoi partner…”. Partner davvero straordinari,
visto che la coppia ritmica è formata nientemeno che dal vigoroso contrabbassista Ray
Drummond e dal fantasioso batterista Billy Hart. A testimoniare l’eccezionalità del progetto va
poi ricordato che in otto dei nove brani del disco il pianista è George Cables (nell’altro brano,
una brillante versione della celebre canzone di Modugno Vecchio frack, a fianco di Marco c’è il
nostro Marcello Tonolo, che collabora con lui da almeno vent’anni) e che in cinque si aggiunge
al quartetto il celebre sassofonista Gary Bartz, in uno soltanto invece il veterano Paul Jeffrey.
Un ultimo apprezzamento merita infine il desing del booklet, realizzato dallo studio grafico
Camuffo di Venezia, che ha rielaborato in modo davvero originale le immagini fornite dalla
fotografa padovana Daniela Friso. Il disco “americano” di Marco Tamburini è il 48° del catalogo
Caligola Records, che festeggia così il suo decimo anno di attività (tutto nacque nel 1994, con
l’incontro fra Steve Lacy e la Keptorchestra, testimoniato dall’album «Sweet Sixteen»). Ed
anche allora, fra le trombe di quella fantastica big–band, c’era un Tamburini più giovane ma già
largamente apprezzato dai critici e dagli appassionati del nostro paese.