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Marcello Tonolo (piano), Domenico Santaniello (double bass), Mauro Beggio (drums);
Added on tracks n. 1/3/5/7/9: David Boato (trumpet, flugelhorn), Federico Pierantoni (trombone), Michele Polga (tenor sax).
1) The blue silver side (Prelude op. 16 n. 4); 2) Languid violet (Dance languid);
3) Klein (Prelude op. 31 n. 4); 4) Golden steps (Studio op. 7 n. 8); 5) Scarlet dream (Reverie);
6) Sonata in blue (Sonata n. 4); 7) Rufus (Caresse dansee); 8) Danzamarina (Mazurca op. 25 n. 2);
9) Pervinca (Prelude op. 17 n. 4); 10) Indigo (Prelude op. 11 n. 15).
Recorded, mixed and mastered in October 2017, by Mario Marcassa,
at Cat Sound Studio, Badia Polesine (Rovigo).
A tre anni da «Crazeology» Marcello Tonolo torna a far parlare di sè con un nuovo interessante
lavoro basato su una rilettura in chiave jazzistica di dieci opere pianistiche del compositore russo
Alexander Skrjabin. Aveva giè fatto qualcosa di analogo con l'album «Puccini in Jazz» nel 2013. In
quell'occasione il pianista veneto guidava un quartetto con Michele Polga al sax tenore, qui invece
metè dei brani sono eseguiti dal solo trio, l'altra metà da un sestetto completato ancora da Polga, da
David Boato alla tromba e Federico Pierantoni al trombone. Spiega nelle note di copertina Tonolo:
"Nel 2015, per il centenario della morte di Alexander Skrjabin, mi è stato chiesto di reinterpretarne
qualche brano in chiave jazzistica. Dopo una ponderata riflessione sul senso e sui rischi che
l'operazione comportava mi sono messo al lavoro. Ho preso in esame alcuni preludi, studi e sonate
scritte per pianoforte dal grande compositore a cavallo fra l'800 ed il '900. Doveva essere un
progetto limitato ad un paio di pezzi; in realtà la musica di Skrjabin, che non conoscevo in tutte le
sue sfaccettature, si è rivelata estremamente stimolante e così, brano dopo brano, sono arrivato a
costruire un repertorio sufficientemente ampio da farne un Cd. Si passa così dalle inattese coloriture
monkiane di Languid Violet e dal lirismo dolcemente nostalgico di Indigo, entrambi eseguiti in trio, ai
raffinati arrangiamenti per sestetto di Scarlet dream o Pervinca, contrassegnati dall'inconfondibile
tratto stilistico della scrittura orchestrale di Tonolo. I dieci brani si lasciano ascoltare tutti d'un fiato,
dall'inizio alla fine, come parti complementari di un'unica suite. E' ancora il pianista a precisare: "Il
risultato è così lontano dall'originale da convincermi a firmare a mio nome tutti i brani rielaborati,
intitolandoli secondo una mia personale tavolozza dei colori, simile a quella che Skrjabin ideó per il
suo noto poema «Prometeo», dove ad ogni colore corrispondeva una tonalità.