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Bruno Martinetti (trumpet, flugelhorn), Loris Deval (classical guitar),
Maurizio Brunod (electric guitar, live sampling), out non tracks 3/7,
Sabrina Oggero Viale (vocals), out on tracks 2/5.
1) Aleppo’s Dream (L.Deval, S.Oggero Viale); 2) L’indeciso (B.Martinetti); 3) Waltz for Joe (M.Brunod);
4) Katcharpari (traditional); 5) Two Weeks (B.Martinetti); 6) Aran # (L.Deval, S.Oggero Viale);
7) Passi (B.Martinetti, S.Oggero Viale); 8) Andaluna (L.Deval).
Recorded at Il Pollaio Recording Studio, Ronco Biellese (Biella), in July 2020,
by Piergiorgio Miotto; mixed and mastered at Vercelli, in August 2020, by Enrico Caruso.
Nasce come duo la formazione di «Passi», che vede affiancati il chitarrista Loris Deval –
fra i pochi jazzisti italiani ad usare la chitarra classica – ed il trombettista Bruno Martinetti,
crocevia musicale il loro fra Piemonte e Valle d’Aosta. Ma il duo diventa per metà disco
quartetto e per l’altra metà trio grazie ai preziosi innesti della chitarra elettrica di Maurizio
Brunod (qui anche all’elettronica), di cui è stato allievo – ed autore con Martinetti di tutti gli
arrangiamenti – così come della voce giovane ma già matura di Sabrina Oggero Viale. Deval
aveva firmato qualche anno or sono un album per Dodicilune come leader del Lorelei
Quartet («Seta»), arrivando a quest’importante tappa del suo percorso artistico con molte
nuove idee e grande ispirazione, che hanno trovato nel trombettista valdostano un partner
ideale ed in Brunod un rifinitore esperto quanto inventivo. “La combinazione timbrica del
quartetto è suggestiva, due strumenti a corda, uno acustico ed uno elettrico, e due voci, una
naturale ed un ottone, che si intrecciano, dando la sensazione del librarsi nell’aria,
avvolgenti”, scrive nelle note di copertina Daniela Floris. Ed ancora la critica e blogger
romana aggiunge: “È una sensazione di moto (a luogo? a suono? a non luogo?) che non
viene interrotto mai, nemmeno dai momenti inaspettati: un unisono inaspettato fra tromba e
voce (Aleppo’s Dream), il diffondersi di effetti elettronici lunari dalla chitarra di Brunod
(Andaluna), i giochi divertiti della voce che provoca la tromba (o il contrario? Ascoltate Waltz
for Joe), o quel momento iniziale struggente, in modo minore, della chitarra di Deval che si
scioglie poi in una bossa leggera e allegra, come in L’indeciso, in cui la tromba di Martinetti è
in perfetto equilibrio fra lo struggimento e l’allegria”. Merita infine una citazione l’originale
ripresa di Katcharpari – qui c’è anche il canto di Sabrina Oggero Viale – dolce melodia della
tradizione inca–peruviana già utilizzata da Enrico Rava e che dà il titolo ad un suo storico
album del 1973. Doveroso e toccante tributo ad un Maestro del jazz, non solo italiano.
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The line-up of «Passi» is originally a duo and sees, side by side, guitarist Loris Deval – he’s one of the few Italian jazzmen to use classical guitar – and trumpeter Bruno Martinetti creating a musical crossroads between Piedmont and Valle d’Aosta. And yet the duo becomes a quartet for half the album and a trio in the other half thanks to the priceless electric guitar of Maurizio Brunod (who also deals with electronics) – who arranged all the songs with Martinetti – and to Sabrina Oggero Viale’s young yet mature voice. A few years ago Deval recorded an album for Dodicilune label as leader of Lorelei Quartet («Seta») and reached that important stage of his artistic career with plenty of ideas and much inspiration, which found an ideal partner in the trumpeter from Valle d’Aosta and expert as much as inventive finishing touches by Brunod. “The timbre combination of the quartet is suggestive: two string instruments, one acoustic and one electric, and two voices, one natural and a brass which intertwine as if they were hovering in the sky”, Daniela Floris writes in the liner notes. The Roman critic and blogger then adds: “it is a sense of movement (towards a place? a sound? a non–place?) which is never interrupted, not even by unpredictable moments: an unexpected unison between trumpet and voice (Aleppo’s Dream), the propagation of electronic, almost lunar, effects on Brunod’s guitar (Andaluna), the funny games played by the voice while teasing the trumpet (or is it the other way around? Listen to Waltz for Joe), or that poignant initial moment, played in minor key by Deval’s guitar, which then melts into a light, cheerful bossa nova, like Indeciso, where Martinetti’s trumpet maintains perfect balance between yearning and happiness”. Finally, what deserves a mention is the original interpretation of Katcharpari – with Sabrina Oggero Viale’s voice added – a sweet melody of the Inca–Peruvian tradition already played by Enrico Rava and title of his historic album of 1973. It is a fitting and moving tribute to a Master of Jazz, not only Italian.