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Nicola Privato (guitars), Lorenzo Miatto (electric bass), Niccolò Romanin (drums).
1) Diciannove; 2) Con calma # 1; 3) Incertezze; 4) The Pretender (Foo Fighters);
5) Con calma # 2; 6) Whirlwinds (N.Privato); 7) Dandelion; 8) Con calma # 3;
9) Shapes (N.Privato); 10) Sguardi; 11) Con calma # 4; 12) Storie di sempre.
Recorded, mixed and mastered at Riviera Project Studio,
Mira (Venice), between 2018 and 2019, by Francesco Scarpa.
Siamo in presenza del coraggioso debutto discografico del giovane
bassista Lorenzo Miatto, alla guida di un trio compatto ed affiatato
completato da altri due giovani talenti jazzistici dell’area veneziana, il
chitarrista Nicola Privato ed il batterista Niccolò Romanin. Suona il
basso elettrico Miatto, strumento per decenni oscurato dal contrabbasso
ma oggi sempre più protagonista del jazz contemporaneo. Jazzista a
tutto tondo – ha completato i suoi studi al Conservatorio di Adria sotto la
guida di Paolo Ghetti, ma è anche membro dell’orchestra nazionale di
jazz diretta da Pino Jodice e Riccardo Luppi – Miatto è musicista duttile,
attivo anche sul fronte del pop – come testimonia la rivisitazione del
brano dei Foo Fighters – avendo collaborato con il trombettista James
“Boogaloo” Bolder ed il sassofonista Waldo Weathers (partner,
rispettivamente, di B.B.King e James Brown) e più recentemente con
l’ex–Timoria Sasha Torrisi. Ma in «Civico 19», suo disco del debutto, il
bassista veneto offre una felice prova del suo sentirsi a pieno diritto
jazzista contemporaneo, rivelando solida padronanza tecnica –
testimoniata dai quattro brevi interludi solitari di Con calma – felice vena
melodica e già buona statura da leader, in grado di guidare con mano
sicura il trio ed allo stesso tempo di lasciare ai suoi compagni la
necessaria libertà espressiva. “Io suono il basso elettrico, che ha
sempre svolto soprattutto il ruolo di strumento accompagnatore…” – ci
confida Lorenzo parlando di «Civico 19» – “volendo evadere da questo
stereotipo ho trovato nel jazz contemporaneo la via migliore per
esprimermi liberamente. Mi piacciono le melodie semplici, quelle che
arrivano in modo diretto all’ascoltatore…”. Affermazione che
l’inserimento, dopo le due composizioni di Privato –Whirlwinds e
Shapes – caratterizzate da un’ipnotica e straniante accentuazione
ritmico–armonica, dei temi lirici e cantabili di Dandelion e Sguardi mette
ancor maggiormente in rilievo. Lo spiccato gusto melodico di Miatto
trova forse il suo apice in Storie di sempre, sognante ed un poco
nostalgica chiosa finale di un album che ci conferma che non tutto il jazz
di oggi è mero déjà–vu.