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Michele Polga (tenor sax), Dario Carnovale (piano),
Lorenzo Conte (double bass), Pasquale Fiore (drums).
1) Black Nile (Wayne Shorter); 2) Simone (Frank Foster); 3) Body and Soul (Johnny Green, Edward Heyman); 4) Inner Urge (Joe Henderson); 5) I Remember You (Victor Schertzinger, Johnny Mercer);
6) Darn That Dream (Jimmy Van Heusen, Eddie DeLange); 7) Yes or No (Wayne Shorter); 8) Whims of Chambers (Paul Chambers).
Live recorded at Il Melo Planet Soul, Gallarate (Varese), Italy, on 9th February 2024 by Stefano Cicogna; mixed by Stefano Cicogna and mastered by Michele Polga in 2025.
I musicisti di jazz preferiscono di solito fissare la loro musica in studio, utilizzando le più sofisticate tecnologie digitali per perfezionare e correggere i brani registrati. L'editing è una pratica comune che permette loro di pubblicare un lavoro solo quando ne sono pienamente soddisfatti. Tuttavia alcuni dischi dal vivo, pur con inevitabili imperfezioni nella ripresa sonora, riescono a trasmettere le stesse forti emozioni che si provano soltanto durante un concerto particolarmente riuscito. Non ci si deve quindi sorprendere se album come quelli registrati da Bill Evans al Village Vanguard (1961) e da Miles Davis alla Philarmonic Hall (1964) siano considerati delle pietre miliari nella storia del jazz. Questa registrazione, rigorosamente dal vivo, cattura una serata magica di un gruppo solido e affiatato, che trasuda energia da ogni poro. Nonostante alcuni dei suoi componenti siano compositori e leader di progetti originali il gruppo, attivo da qualche anno, ha scelto di eseguire soltanto brani di quel grande Songbook americano, classico e moderno, comune alla maggior parte dei jazzisti. Nessuno dei componenti di questa sorta di Standard Quartet ha bisogno di presentazioni, specie Dario Carnovale e Michele Polga, quest’ultimo considerato da tempo fra i più personali e talentuosi tenorsassofonisti della scena italiana. Un sassofono lucido e profondo il suo, ma allo stesso tempo morbido e suadente, che flirta con la tradizione in splendide ballad come Body and Soul e Darn That Dream. Non è forse un caso che ben quattro degli otto brani scelti per questa vibrante esibizione siano stati composti da tre maestri del sax tenore come Wayne Shorter (decisamente riuscite le versioni sia di Black Nile, brano d’apertura che è un po’ il manifesto dell’album, che della modale Yes or No), Joe Henderson e Frank Foster. Michele Polga, Dario Carnovale, Pasquale Fiore e Lorenzo Conte – che rende a sua volta omaggio a Paul Chambers, gigante del contrabbasso, suo modello e fonte d’ispirazione, con una coinvolgente versione di Whims of Chambers – suonano con un grande senso dell'equilibrio, un invidiabile interplay e la giusta dose di furia espressiva. Un vero e proprio «Big Pulse», come opportunamente recita il titolo.