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Kathya West (vocals), Alberto Dipace (piano), Danilo Gallo (double bass).
1) Is There Anybody Out There? (Waters, Ezrin); 2) Nobody Home (Waters);
3) Wish You Were Here (Gilmour, Waters); 4) Hey You (Waters);
5) Is There Anybody Out There? (reprise 1); 6) Don’t Leave Me Now (Waters);
7) Mother (Waters); 8) On the Turning Away (Gilmour, Moore); 9) Money (Waters);
10) Comfortably Numb (Gilmour, Waters); 11) Is There Anybody Out There? (reprise 2);
12) Goodbye Blue Sky (Waters); 13) Time (Gilmour, Waters, Mason, Wright);
14) The Show Must Go On (Waters);15) Is There Anybody Out There? (reprise 3).
(+ ghost track on digital version only.)
Recorded, mixed and mastered at Crossroad Recording Studio,
Cologno Monzese (Milano), Italy, in July 2020, by Vincenzo De Leo..
A tre anni da «Oxymoron», Kathya West e Danilo Gallo proseguono la loro originale rivisitazione del repertorio rock con questo riuscito ed intrigante «The Last Coat of Pink», in cui è bastato cambiare solo uno dei membri del trio per ottenere un risultato musicale completamente diverso. Lì a venire rilette erano le canzoni del binomio Beatles/Rolling Stones e Gallo compariva nell’inedita veste di chitarrista affiancato da Valerio Scrignoli. Qui invece torna a suonare il contrabbasso per affrontare, in modo ancor più creativo, insieme all’ipnotica suggestiva voce di Kathya West, il repertorio dei Pink Floyd, chiamando a completare il trio l’inventivo pianista Alberto Dipace, che aveva già accompagnato in «Eyes and Madness» e nel più recente «Collera City».
È una rilettura visionaria ed onirica quella offerta dal trio, come spiegano bene le parole della West: “Non è semplice suonare una vastità, ma la si può far suonare. Per il vento si può soffiare. Per l'illusione ci sono i sogni. Per i vuoti c'è la musica, quella che suona ciò che non esiste… Nella vastità spesso ci si perde. Dalla volontà di ritrovarsi, in questa vastità, è nato il nostro racconto musicale… Una vastità visionaria, quella dei Pink Floyd, in cui abbiamo voluto immergerci per sorprenderci nel ritrovarsi, sempre”. È un omaggio ai Pink Floyd il loro, intimo e personale, ma rispettoso di quelle indimenticabili melodie che hanno cambiato il corso della popular music. Brani come Money, Wish You Were Here, Hey You o Mother sembrano trovare nuova vita in un progetto audace quanto particolare, che non ha bisogno di urlare per farsi sentire, perché in questo immaginifico viaggio sonoro i sussurri sono più rumorosi delle grida. Chiude l’album Is There Anybody Out There?, che solo in questa quarta splendida versione (è ghost track nel Cd e visibile invece nel digitale), riesce a dispiegare tutta la sua struggente bellezza, dopo che le prime tre (nessuna dura più 30 secondi) ce l’avevano appena fatta assaggiare.