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Manuel Caliumi (alto sax), Luca Zennaro (electric guitar), Riccardo Cocetti (drums).
1) Cortado (Caliumi, Zennaro, Cocetti); 2) That Ancient Feeling (Zennaro); 3) El gran cabrón (Caliumi); 4) Sin leche (Caliumi, Zennaro, Cocetti); 5) One for Nacho (Caliumi, Zennaro, Cocetti); 6) El baile de los meñiques (Cocetti); 7) Etere (Caliumi); 8) No Ocean for Tonight (Caliumi, Zennaro, Cocetti);
9) Carajillo (Caliumi, Zennaro, Cocetti).
Recorded, mixed and mastered at Fieno Recording Studio, Spilamberto (Modena),
on March 06 and 07, 2024, by Michele Bonifati and Matteo Pontegavelli.
HackOut! è un trio senza basso formatosi all’interno del Dipartimento Jazz del Conservatorio di Rovigo, che ha già l’attivo con questo tre dischi, nonostante i suoi componenti siano tutti molto giovani ed abbiano ciascuno un’intensa attività con gruppi propri o altrui. Il chitarrista Luca Zennaro è originario di Chioggia, mentre l’altosassofonista Manuel Caliumi ed il batterista Riccardo Cocetti sono della provincia modenese. A quattro anni dall’album del debutto, Cedrus Libani, pubblicato dall’etichetta inglese Slam, e ad un anno e mezzo da Sad Music for Happy Elevators, disco live uscito per Caligola, il trio ha deciso di tornare in studio per registrare un nuovo lavoro, frutto dell’esperienza maturata durante una lunga residenza in Spagna (alcuni titoli dei brani ne sono la palese testimonianza). La registrazione dentro le mura di uno studio non fa perdere alla musica del trio quella forza e suggestione che l’hanno sempre caratterizzata. E’ un jazz viscerale e carico di energia il loro, ma allo stesso tempo estremamente raffinato, che privilegia l’improvvisazione pur all’interno di una struttura musicale che dà ampio spazio al collettivo e non sembra lasciar nulla al caso. Il risultato finale trae ulteriore vantaggio da un non comune interplay, a tratti davvero magico, maturato durante un quinquennio di musica vissuta in piena condivisione. Sono tutte originali le nove composizioni proposte, ed a conferma dell’unità di intenti raggiunta ben cinque di queste sono cofirmate dai tre amici musicisti. Difficile stilare una graduatoria fra titoli che sembrano parti di un’unica lunga suite, al cui interno ciascuno di loro ha grande ed eguale importanza. Non resta che lasciarsi trasportare lungo un viaggio che non si rivelerà mai avaro di sorprese, dall’ipnotico tema iniziale che dà il titolo all’album – dove aleggia l’ombra del celebre unless bass trio di Paul Motian (con Joe Lovano e Bill Frisell) – all’avveniristico e visionario free–rock di El gran cabrón, passando attraverso il concitato neo–bop colemaniano di One for Nacho per chiudersi con gli accordi aperti e sospesi di Carajillo, ideale conclusione di un lavoro che conferma l’ormai piena maturità raggiunta dal gruppo.
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Hackout! is a bassless trio formed within the Jazz Department of Rovigo Conservatory. They have already released three albums, despite all the members being young and having busy careers with both their own or other bands. Guitarist Luca Zennaro hails from Chioggia, while alto saxophonist Manuel Caliumi and drummer Riccardo Cocetti are from the province of Modena. Four years after their debut album «Cedrus Libani», released through the English label Slam, and a year and a half after «Sad Music for Happy Elevators», a live album released through Caligola, the trio decided to go back to the studio to record new material. It’s the fruit of the experience gained during a long stay in Spain, and a few song titles are proof of it. The fact of the album having been recorded in a studio didn’t fade the energy and appeal that is always characterized the trio’s music. Their jazz is visceral and vigorous, but also extremely refined. It favors improvisation even within a musical structure that allows plenty of room for the group and leaves nothing to chance. The result benefits from an extraordinary interplay, which is magical at times and grew throughout five years of music spent together. All nine tunes of «Cortado» are new, and five of them were composed together by the three musicians – a proof of their friendship and common vision. It’s hard to establish a ranking between the compositions, as they seem part of a unique suite where each one of them has the same relevance. All is left to do is be carried through a journey that is never short of surprises, from the hypnotic title track – where the influence of Paul Motian’s famous bass–less trio can be heard – to the futuristic, visionary free rock of El gran cabrón, moving through One for Nacho, the driving neo bop in the style of Ornette Coleman. Such journey ends on the open, suspended chords of Carajillo, the perfect closing track to an album that proves the trio’s full maturity.