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Glauco Venier (pianoforte), Yuri Goloubev (contrabbasso)
Ospite: Asaf Sirkis (batteria)
Affrontare il repertorio di Duke Ellington (e Billy Strayhorn) nel contesto del duo è una decisione
che può far tremare i polsi, almeno se si va con la memoria agli storici duetti del ‘39/40 tra il
Duca e Jimmy Blanton, ma anche a quelli, meno famosi, realizzati da Ellington con Ray Brown
nei primi anni ’70. Il pianista friulano Glauco Venier ed il contrabbassista russo Yuri Golubev, da
qualche anno residente in Italia, fanno questa scelta con rispetto e consapevolezza del
repertorio scelto, ma senza nessun freno inibitore, pescando nello sterminato catalogo
ellingtoniano alcune delle opere più celebri, ma non trascurando composizioni meno battute,
come Azure, African Flower e, soprattutto, un capolavoro degli anni ’20 come Black And Tan
Fantasy.
Quando il gruppo si amplia a trio con la presenza del batterista israeliano Asaf Sirkis, si assiste
ad una lucida conversazione a tre voci, in cui il ritmo si articola anche attraverso il sapiente uso
timbrico della batteria. Ascoltando questa musica, non bisogna cercare un legame diretto con
le sue interpretazioni storiche, sia quelle dei loro autori sia quelle dei grandi musicisti che li
hanno suonati, bensì andare in profondità nella ricerca del loro significato profondo, delle loro
caratteristiche musicali per comprendere appieno la sottigliezza della musica che il duo ci
propone.
Glauco Venier, pianista ormai maturo, fra i più originali ed interessanti emersi nella scena
jazzistica italiana dell’ultimo decennio, si è avvicinato al jazz dopo essersi diplomato in organo
al Conservatorio di Udine nel 1985. Il suo primo album è il piano–solo «Finlandia», del 1990,
ma è con un trio completato da Salvatore Maiore, contrabbasso, Roberto Dani, batteria,
costituito nel 1994, che trova il pieno riconoscimento del mondo del jazz, anche europeo. Dalla
seconda metà degli anni ’90 si moltiplicano quindi le collaborazioni internazionali. Si trova così
a fianco di Lee Konitz e Norma Winstone, Kenny Wheeler e Klaus Gesing, sassofonista
austriaco attraverso cui conosce ed inizia a frequentare Yuri Goloubev, trentaquattrenne
contrabbassista russo di solida formazione classica, da qualche anno ormai stabilitosi in Italia.
Da Guido Manusardi a Giovanni Falzone, sempre più numerosi jazzisti italiani utilizzano la
sensibilità ed il talento di Goloubev che, soprattutto in formazioni d’impronta cameristica –
com’è nel nostro caso quella del duo – riesce a far emergere appieno tutta la sua superlativa
classe musicale.