
Quantita' | Prezzo per unità | Sconto |
2 articoli | € 11.00 | 8% di sconto |
4 articoli | € 10.33 | 14% di sconto |
11 articoli | € 9.00 | 25% di sconto |
21 articoli | € 8.50 | 29% di sconto |
31 articoli | € 8.00 | 33% di sconto |
Gigi Sella (sax soprano, clarinetto basso), Robert Bonisolo (sax alto), Ettore Martin (sax tenore),
Moreno Castagna (sax baritono), Paolo Birro e Marco Ponchiroli (pianoforte),
Lorenzo Calgaro e Stefano Senni (contrabbasso), Mauro Beggio e U.T. Gandhi (batteria)
Il sassofonista vicentino Gigi Sella riesce a coronare con questo disco un sogno covato a
lungo: porre il sassofono al centro dell’universo jazzistico mettendo in mostra l’ampia gamma
delle possibilità offerte dalla combinazione di quattro diversi tipi di ance (sax tenore, contralto,
soprano e baritono). E’ un disco originale e variegato questo «Huahine», in cui si passa dalla
tradizionale formula del quartetto sax/piano/basso/batteria, dove al piano siede Paolo Birro, ad
un solo di clarinetto basso, da un duo soprano–pianoforte ad un quartetto di soli sassofoni, per
finire ad un settetto con sezione ritmica e quattro sax, formazione altamente spettacolare. Qui il
pianoforte è suonato da Marco Ponchiroli, suo antico compagno di avventure (i due avevano
pubblicato insieme, tre anni or sono, sempre per la nostra etichetta, l’avvincente «Warm up»).
Come Steve Lacy, Gigi Sella ha da tempo scelto di dedicarsi totalmente ad un unico sassofono,
il soprano, ed i risultati si fanno sentire, pur non disdegnando sporadiche ma pregnanti
escursioni con il clarinetto basso. Sonorità e fraseggio del suo sax ricordano però più Wayne
Shorter che Lacy. Tutti i brani originali sono di sua composizione, ad eccezione di tre regalatigli
dagli amici Maria Carbognin, Lorenzo Calgaro e Ponchiroli. E’ di quest’ultimo la gustosa e
cantabile Mark me, tema d’impronta “cool”, che Sella esegue in quartetto, accompagnato al
pianoforte non dal suo autore, ma da Paolo Birro. I due unici standard eseguiti, veri e propri
“cult” del repertorio jazzistico, la parkeriana Anthropology e la coltraniana Giant steps, vengono
suonati ancora dal quartetto più tradizionale, mentre tutti gli sforzi di Sella come compositore
sono rivolti all’ensemble allargato. Fra questi brani, sembrano particolarmente riusciti l’iniziale
Tourn-ar-qua, con il suo incedere ritmico carico di swing, che rimanda al suono dei “Four
Brothers” di Woody Herman, così come l’altrettanto fresca ed incalzante One step. Il leader si
ritaglia un’unica parentesi, come già ricordato, al clarinetto basso, e lo fa con un solo lungo ed
impegnativo, sei minuti in tutto, quello di Huahine, proprio il brano da cui prende il titolo l’album,
nient’altro che il nome di una selvaggia e magica isola della Polinesia francese, terra sospesa
fra sogno e realtà, il cui dolce e nostalgico ricordo sembra pervadere tutto il disco.