
Quantita' | Prezzo per unità | Sconto |
2 articoli | € 11.00 | 8% di sconto |
4 articoli | € 10.33 | 14% di sconto |
11 articoli | € 9.00 | 25% di sconto |
21 articoli | € 8.50 | 29% di sconto |
31 articoli | € 8.00 | 33% di sconto |
Tino Tracanna (soprano sax) out on 4/9/10, Umberto Petrini (piano) out on 2/9/10,
Roberto Cecchetto (guitars, electronics) out on 2/4/9,
Francesco D’Auria (drums, handpan, percussion).
1) Monetina; 2) Meeting’s Dance (D’Auria, Tracanna);
3) I sogni di Pietro; 4) A Little Story (D’Auria, Petrin); 5) I Found You;
6) We Just Want to Be Free (D’Auria, Petrin, Cecchetto, Tracanna);
7) Princess Linde (Michel Godard); 8) Soft Wind (Cecchetto);
9) It’s Time to Get Up; 10) I’m Lost (D’Auria, Cecchetto);
11) Il cielo. All tunes, except where indicated, composed by Francesco D’Auria.
Recorded on 25th and 26th February 2020 at RSI, Studio 2, Lugano Besso, Switzerland,
by Lara Persia; mixed by Francesco D’Auria and Lara Persia.
Il batterista Francesco D’Auria ha finalmente deciso, a 65 anni, di registrare il suo
primo disco da leader unico, dopo aver suonato per decenni nei più diversi contesti.
Gli studi classici, che ha completato al Conservatorio di Milano, dove dal 2016 insegna
percussioni e batteria jazz, e la contemporanea frequentazione della musica
afroamericana, sia legata al mainstream che all’avanguardia, hanno di certo contribuito
a renderlo batterista duttile ed aperto come pochi oggi in circolazione. Influenzato fra
gli altri dal tedesco Günter Sommer, che ha frequentato con continuità dal 1985, anche
come componente del Percussion Staff, quintetto di soli strumenti a percussione,
D’Auria ha privilegiato nel suo percorso artistico alcune collaborazioni durature, fra cui
sono da ricordare quelle con il chitarrista Maurizio Aliffi, documentata da tre album, con
il trombonista Beppe Caruso, con cui ha a lungo condiviso un duo, ma anche con
Gabriele Mirabassi e Michel Godard, di cui è qui presente un brano, il rarefatto
Princess Linde. Scrive Livio Testa nelle note di copertina: “Anche questa volta a
Francesco piace principalmente instaurare un rapporto dialogante; predilige stimolare i
componenti del quartetto a compartecipare sul piano espressivo alle idee che ha voluto
mettere in campo; preferisce essere parte di un progetto condiviso piuttosto che
“rubare la scena” per rimarcarne la leadership…”. E prosegue ancora: “Benché
l’organico muti in continuazione, passando dal solo al duo ed infine al quartetto, è
sempre il batterista a dettare i tempi e a fornire stimoli e suggestioni per gli interventi di
Roberto Cecchetto, Umberto Petrin e Tino Tracanna…”. «Lunatics» si presenta come
un disco articolato eppure coerente dove, pur lasciando molta libertà ai suoi partner
(soprattutto in We Just Want to Be Free e nei tre brani in duo), D’Auria afferma con
discrezione ma autorevolezza la sua funzione baricentrica e catalizzante, anche
firmando gran parte degli undici brani dell’album.