Francesco Chiapperini (clarinets, arrangements), Virginia Sutera (violin),
Vito Emanuele Galante (trumpet), Mario Mariotti (cornet), Roger Rota (bassoon),
Andrea Ferrari (baritone sax). Special guest: Maurizio Arena (voice) on tracks n° 18.
1) Signore delle cime (B.De Marzi); 2) Stabat Mater (G.B.Pergolesi); 3) Le voci di Nikolajewka (B.De Marzi);
4) La battaglia di Nikolajewka; 5) Nikolajewka’s Lament; 6) Montagne addio (G.Bregani);
7) Perati Bridge; 8) Sul ponte di Perati (traditional); 9)The Green Mountains (S.Swallow);
10) Su in montagna (G.Malatesta); 11) Lo sguardo da lassù; 12) Su in montagna (reprise);
13) Prendi e perdi; 14) Il Golico (B.De Marzi); 15) Prima di entrare nell’antro;
16) I Dovregubbens hall (E.Grieg); 17) Prima di pregare; 18) Preghiera degli alpini (G.Veneri).Recorded on 3/4 July at Chiesa S.S. Trinità, Parre (Bergamo);
mixed and mastered in September 2020 at Reparto Elettroacustica, Ardesio (Bergamo), by Diego Bergamini.
Ha scritto Monica Carretta recensendo «Paradigm Shift» (2016): “All’interno del panorama
jazzistico di oggi, Francesco Chiapperini si contraddistingue per la capacità camaleontica di
uniformarsi ai colori degli ambienti sonori dei suoi diversi progetti, pur mantenendone la
forma originale”. Lo confermano sia «The Big Earth» (2018), registrato alla testa del nutrito
Extemporary Vision Ensemble, che questo suo nuovo originale lavoro, dove la musica,
benché suonata da un sestetto d’impronta cameristica, privo di strumenti ritmici ed armonici,
ha un impatto emotivo estremamente coinvolgente. I diciassette brani di «On the Bare Rocks
and Glaciers» appaiano come parti di un’unica lunga suite e sono tutti ispirati al mondo
alpino e delle montagne, della guerra e della speranza di ritornare ai propri cari sani e salvi.
Quasi nulla viene lasciato all’improvvisazione. Precisa il leader: “Il sestetto spazia fra brani
originali e rielaborazioni di composizioni che fanno della montagna la protagonista delle
note. La musica che ne deriva si prefigge di ricreare l’organicità di un coro, quello degli alpini
appunto”. Oltre che eccellente clarinettista, il barese Chiapperini, classe 1978, ormai
lombardo d’adozione, si conferma compositore ispirato e raffinato arrangiatore, capace di
conferire ad un organico così ridotto e particolare un respiro corale, familiare e avvolgente,
sia quando vengono eseguite sue composizioni che rielaborati brani del repertorio dei cori di
montagna (De Marzi, Veneri), ma anche di quello classico (Pergolesi, Grieg) e jazzistico
(Steve Swallow). Conferisce valore aggiunto alla registrazione l’acustica della chiesa
barocca di S.S. Trinità di Parre, che si erge sulla sommità del monte Cusen, in Val Seriana.