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Francesco Branciamore (piano)
1) Aspiciens Pulchritudinem; 2) Buster’s Mask;
3) Blue Dreamer; 4) To Vincent; 5) Love Off; 6) You’ll Remember It;
7) Thinking to EST; 8) Saudade; 9) Paris 13.11.2015.Recorded and mixed on 30th September 2018,
at La Gi.A.R.A. Musicale Studio, Modica (Ragusa), by Gianluca Abbate.
Se si ha in mente il Branciamore batterista e leader del Perfect Quintet
di «Keep up the Dialogue», questo disco potrà certamente sorprendere.
Ma lo farà molto di meno se si va col pensiero al compositore
–arrangiatore di «Remembering B.E.»: qui il Nostro non suona ma
omaggia Bill Evans, con arrangiamenti originali, dirigendo un sestetto
cameristico privo di strumenti a percussione. Da quest’album ad
«Aspiciens Pulchritudinem» il passo è più breve di quanto a prima vista
ci si possa immaginare. “Sono passato al piano perché l'ho sempre
frequentato per la composizione. Dopo anni passati dietro alla mia
amata batteria ho cercato una svolta epocale, e lo strumento che avevo
sotto le mani era il pianoforte…”. Non ci sono parole più adatte di quelle
usate dal vulcanico musicista di Siracusa per commentare questa sua
nuova avventura al piano solo. “L'elaborato senso di estetica rodato a
lungo attraverso i miei studi e le mie composizioni in contesti
eterogenei, mi ha condotto verso una personale sintesi della tecnica
pianistica, non senza aver prima affrontato uno studio di
approfondimento sul linguaggio del jazz e dell'improvvisazione…”. Alla
sintesi il multistrumentista è arrivato attraverso un percorso musicale
coerente e rigoroso, che trova espressione in un linguaggio pianistico
pulito e privo di fronzoli, sorprendentemente lirico. Da “non–pianista”
Francesco Branciamore riesce a dare un peso importante ad ogni nota,
cercando più la sintesi nella melodia che lo sviluppo orizzontale del
fraseggio virtuosistico. La ricerca della bellezza – come quella della
farfalla in copertina – sembra guidarlo lungo questi nove brevi ma
pregnanti camei pianistici, dai sentiti omaggi a Buster Keaton e
all’amico scomparso Vincent Pirruccio, scultore australiano di origini
siciliane, a quello composto per il trio svedese EST dell’indimenticato
Esbjörn Svensson. Bandito il furore espressivo, a prevalere sono i colori
tenui ed i climi riflessivi (Blue Dreamer, You’ll Remember it). Diventa
quindi quantomai piacevole passare dalla malinconia nostalgica di
Saudade al lirismo contemplativo di Paris 13.11.2015. È a tal proposito
assai significativa la citazione di Charlie Haden che compare nell’interno
di copertina del disco, per cui la bellezza e la profondità della musica
sono gli antidoti necessari alla bruttezza che ci circonda.