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Stefano De Bonis (piano, keyboards), out on n. 5,
Felice Del Gaudio (double bass, electric bass),
Alfredo Laviano (drums), out on n. 5.
1) Amaratea; 2) Aura; 3) Laranja; 4) Irta; 5) Namasté; 6) Molambo;
7) New Life (acoustic version); 8) Rosanna; 9) North Sun; 10) New Life (electric version).
Recorded in 2023 at Over Studio Recording, Cento (Ferrara), by Angelo Paracchini;
mixed and mastered in 2023 at Laboratorio Musicale Villa Mazzacorati, Bologna, by Eugenio Bonetti.
La lunga carriera artistica di Felice Del Gaudio è costellata di un gran numero di collaborazioni, che vanno da Paul Wertico a Raphael Gualazzi, anche se la più importante rimane forse quella che lo vede da oltre un ventennio accanto a Daniele di Bonaventura nel gruppo Band’Union. Di tanto in tanto però il contrabbassista lucano, ormai bolognese d’adozione, ama proporsi come leader, ma solo quando ritiene di avere qualcosa di significativo da dire. È questo il caso di «Molambo», album – il settimo a suo nome – che lo vede alla testa dello stesso trio che aveva registrato quattordici anni prima il riuscito «Lucania». Non si direbbe sia passato un così lungo arco di tempo da quell’incisione: il trio ha la fluidità e l’interplay dei gruppi stabili, senza esserlo veramente. Questione di sensibilità, di reciproco rispetto, ma anche di una comune sensibilità musicale che, se per il percussionista Alfredo Laviano è frutto del lungo lavoro comune in Band’Union, per il pianista Stefano De Bonis sembra quasi naturale. Lo stesso infatti ha tenuto a sottolineare, parlando di «Molambo», che “la musica di Felice Del Gaudio si suona da sola”. È un jazz comunque perfettamente in linea con il suo pianismo, contraddistinto da un lirismo pronunciato ma allo stesso tempo essenziale. Tutti i brani, ad eccezione della canzone che dà il titolo al disco, composta nel 1953 dal chitarrista brasiliano Jaime Florence, sono firmati dal leader. In alcuni casi si tratta della riproposizione di composizioni già incise e da tempo appartenenti al suo repertorio, come l’ipnotica e sognante Amaratea o la dolcemente danzante Laranja, in altri casi invece siamo di fronte ad inediti, com’è New Life, qui presente in versione acustica ed elettrica, entrambe riuscite ed in grado di esaltare, grazie ad un’indovinata sospensione ritmica, l’accattivante linea melodica del tema. Una menzione particolare merita infine l’avventuroso solo di Namasté, che mette in mostra, se mai ce ne fosse bisogno, la cavata profonda e la suadente cantabilità del contrabbasso di Del Gaudio.
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The long career of Felice Del Gaudio has been studded with collaborations with artists ranging from Paul Wertico to Raphael Gualazzi, even though the most relevant one has been going on for more than twenty years with Daniele di Bonaventura and Band’Union. From time to time the bassist, who hails from Basilicata and whose adoptive city is Bologna, likes to play as a leader but only when he thinks he has something significant to say. That is the case with «Molambo», the seventh album in his name, where he leads the same trio that recorded the well–received «Lucania» fourteen years ago. One would not believe so much time has passed since that album was made: the trio has the same smoothness and interplay of regular groups without being one. It is a matter of mutual respect and sensitivity to music that is the fruit of his long experience with Band’Union for percussionist Alfredo Laviano, while for pianist Stefano De Bonis it feels natural. The latter specified that in «Molambo» “…Felice Del Gaudio’s music plays by itself”. It is a kind of jazz that is perfectly in line with his piano style whose lyricism is marked, yet essential. All tunes but the title–track, composed by Brazilian guitarist Jaime Florence in 1953, were composed by the leader. In a few instances songs of his repertoire are reinterpreted, like the hypnotic and dreamy Amaratea or the sweet, danceable Laranja, but there are also previously unreleased tunes like New Life, which is played plugged in as well as unplugged. Both versions enhance the theme’s melody thanks to the pitch perfect rhythmic suspension. A special mention has to be made of the bold solo of Namasté that showcases, if it is ever necessary, the rich sound and smooth singability of Del Gaudio’s double bass.