
Quantita' | Prezzo per unità | Sconto |
2 articoli | € 11.00 | 8% di sconto |
4 articoli | € 10.33 | 14% di sconto |
11 articoli | € 9.00 | 25% di sconto |
21 articoli | € 8.50 | 29% di sconto |
31 articoli | € 8.00 | 33% di sconto |
Federico Missio (tenor & soprano sax), Paolo Corsini (piano)
Alessandro Turchet (double bass), Massimo Manzi (drums).
Guest: Maurizio Cepparo (trombone) on 1/6/7/8/9.
1) Juri; 2) Machu Picchu peach; 3) Get to; 4) Simple beauty; 5) Drops;
6) Crows habit; 7) Camargue; 8) Red eye; 9) Rabbit; 10) Little idea.
Primo album da leader del giovane sassofonista friulano Federico Missio,
che ha iniziato a suonare dodicenne il sax alto ed è poi passato al tenore,
prima frequentando Il Suono Improvviso di Venezia, poi il Centro Musiche
Insieme di Udine, quindi il Conservatorio di Klagenfurt. Dopo molte
collaborazioni, giunge per lui il momento di mettersi alla prova sia come
leader che come compositore. Esame difficile, quello del debutto, ma che
Missio supera brillantemente, senza esitazioni o ripensamenti, grazie
anche al sostegno di un gruppo che ha nella fluidità, nella sensibilità
ritmica e nell’interplay i suoi punti di forza. Gli è venuto in soccorso, per
l’importante occasione, l’amico batterista Massimo Manzi, unico fra i
cinque protagonisti della seduta di registrazione a godere di fama
nazionale. Il suo swing, robusto e raffinato allo stesso tempo – come
dimostra la breve ma efficace introduzione a Juris, tema d’apertura del
disco – non poteva non giovare al progetto di Missio, jazzista attento sì alla
forma, ma soprattutto alla sostanza, che non teme di confrontarsi con quei
modelli cui il suo bop aperto e moderno inevitabilmente riconduce (Wayne
Shorter su tutti). I dieci brani del Cd, tutti del leader, esplorano atmosfere
diverse, anche se sono i tempi medi, sospesi ed ipnotici, che il
sassofonista sembra prediligere. Nel progetto si avvertono insomma
grande coerenza e scorrevolezza, e parte del merito, oltre a Missio – che
si alterna efficacemente al tenore e al soprano – va senza dubbio anche a
Manzi, il cui drumming duttile e fantasioso sembra sposarsi alla perfezione
con la profonda cavata del contrabbasso di Alessandro Turchet. In cinque
dei dieci brani si aggiunge al quartetto, con esiti invero felici, Maurizio
Cepparo, trombone, e la musica appare con il suo innesto più solida e
grintosa. L’ampia gamma di climi espressivi utilizzati si nota soprattutto a
metà dell’album, nel passaggio dal lirico e meditativo Drops – dove si
ritaglia un spazio prezioso il pianista Paolo Corsini – alla modale Crows
habit, ben più vivace e movimentata. Musicista dalle molte anime,
certamente non monocorde, Federico Missio sembra giovarsi di questi
continui cambi di tempo e d’atmosfera, passando con la maestria di un
veterano dagli umori contemporanei di Red eye, tema quasi lacyano,al bop
moderno, in perfetto stile Blue Note anni ’60, di Rabbit.