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Lino Straulino (voce, chitarra acustica), Gianni Cattaino (flauto),
Bruno Cimenti (chitarra elettrica), Lorenzo Bianchi Quota (basso elettrico), Franco Stocco (batteria).
1) Tiere di Cjargne; 2) Cjauans; 3) Tu ven vie; 4) La Cort dal Salvan; 5) Che di Peonis;
6) No si po' vivi plui; 7) Done Mari (tradizionale); 8) L’union dai Pais da mont; 9) Cuan’ che un al mancje;
10) Ducj i arbui (tradizionale) Parole e musica di Lino Straulino ad eccezione dei brani n° 7 e 10
Registrato da Bruno Di Gleria nel 1993; trasferito su supporto digitale da Michele Di Gleria nel 2021; missaggio e mastering di Bruno Cimenti per Primigenia Produzioni (2022)
Il gruppo Fale Curte si è formato all’inizio degli anni ’90, avendo il suo più celebre componente nel cantautore Lino Straulino, che in quel periodo era già uno dei maggiori esponenti della Nuova Musica Friulana, corrente musicale caratterizzata dall'utilizzo della lingua minoritaria friulana in un nuovo contesto musicale, non strettamente legato alla tradizione popolare, ma a generi come il metal, il folk–blues, il progressive, il rock e l’hip–hop. Quest’originale esperimento di “crossover” li ha fatti diventare il primo gruppo musicale carnico a cantare il rock in friulano. La band, dopo una registrazione pubblicata solo su cassetta nel 1993 ed un gran numero di fortunate esibizioni live, ha finito per sciogliersi nel 1996. Riunitosi a distanza di vent’anni, dopo aver pubblicato nel 2021 un nuovo lavoro, sempre per Gutenberg, «Muiart», Fale Curte ha sentito l’esigenza di riprendere in mano quelle vecchie registrazioni che, grazie al minuzioso lavoro prima di Michele Di Gleria, e poi di un altro componente del gruppo, Bruno Cimenti, chitarrista ed eccellente ingegnere del suono, sono tornate a nuova vita. Le dieci canzoni contenute in quella cassetta vengono finalmente pubblicate, trent’anni dopo, su compact–disc ma soprattutto in tutte le piattaforme digitali, sia di download che di streaming. «1993–2023» – disco in cui oltre al prog fanno capolino, per l’importante spazio assegnato al flauto, i Jethro Tull di Ian Anderson – si rivela così una riscoperta felice quanto necessaria, affinché quelle storiche tracce non vengano più dimenticate. Scrive nelle note di copertina Lino Straulino ricordando quegli anni: “… la formazione a cinque divenne stabile e gli arrangiamenti sofisticati di Bruno crearono il sound del gruppo. Le mie canzoni presero una forma più estesa, con l’aggiunta di parti musicali eclettiche, di sapore jazz e progressive …”. Questa preziosa riedizione “aggiornata” rappresenta anche l’occasione per ricordare uno degli storici componenti di Fale Curte, Gianni Cattaino, precocemente scomparso nel luglio del 2021 in un incidente di montagna, che con il suo efficace flauto aveva contribuito non poco a forgiare il sound della band.