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Fabrizio Zanotti (voce, chitarra, armonica), Matteo Nahum (chitarra),
Enrico Perelli (pianoforte, tastiere, fisarmonica), Silvano Ganio Mego (basso elettrico),
Daniele Pavignano (batteria, percussioni), Federica Albertella e Riccardo Gifuni (cori);Coro Bajolese diretto da Amerigo Vigliermo,
Ensemble Lorenzo Perosi:
(Marcello Bianchi e Massimo Coco - violini; Krystyna Porebska - viola; Gianni Boeretto - violoncello).
1) Fischia il vento; 2) E c’è una storia che mi piace ascoltare;3) La mia divisa; 4) Olive da friggere forte; 5) Inclinato ad Oriente;6) Facce di fango; 7) Il ponte; 8) Poco di buono; 9) Bandiera;10) L’universo che ora dorme; 11) Sarò libero; 12) Matrioska;13) Il mare se bagna Milano; 14) I giovani; 15) Chini Marco;16) Se non ora quando? (mena le mie idee); 17) Musicalenta;18) O bella ciao.
Registrato dal vivo al Teatro Giacosa di Ivrea il 24 aprile 2012 da Alberto Macerata;
mixing e mastering di Bruno Cimenti; produzione esecutiva di Primigenia
Piemontese di nascita ma pugliese d’origine, Fabrizio Zanotti ha realizzato a
partire dal 1991 svariati progetti artistici, ma è nel 2003, con il gruppo Foce
Carmosina che il suo lavoro catalizza l’attenzione nazionale, realizzando il
film–concerto «Sacco e Vanzetti, canzoni d’amore e libertà», con cui approda
al Teatro Sistina ed a Rai Cinema. Il video dello spettacolo, realizzato da
Giuliano Montaldo, regista dell’omonimo film, viene pubblicato dal
quotidiano L’Unità in 30.000 copie. Nel 2005 Zanotti scrive Poco di buono,
canzone dedicata alla Resistenza cantata con Claudio Lolli, incisa dallo
stesso Lolli (unico brano altrui sin qui cantato dal cantautore bolognese)
nell’album «La scoperta dell’America», reinterpretata dai Gang nel 2011 in
«La Rossa Primavera». Il suo primo disco da solista è del 2007, «Il ragno
nella stanza», cui segue nel 2010 «Pensieri Corti», realizzato in
collaborazione con Libera, associazione contro le mafie. Nel 2011 il
cantautore piemontese vince la prima edizione del Concorso Nazionale di
Musica e Poesia Giuseppe Moretti ideato da Dacia Maraini. Nel 2013 esce
quindi «Sarò Libero! – il concerto», sostanzioso estratto dell’esibizione
tenutasi il 24 aprile 2012 al Teatro Giacosa di Ivrea, con 16 canzoni in quasi
80 minuti, e spezzoni, in particolare nelle tracce 7 e 14, del discorso tenuto
nel 1954 nella stessa città da Piero Calamandrei, a dieci anni da una storica
impresa del locale raggruppamento partigiano, rievocata anche dalla già
citata Poco di buono, uno dei pezzi forti del disco, qui riletta con l’ausilio del
Coro Bajolese e dedicata, dopo un lungo e commosso applauso del pubblico,
al partigiano Amos Messori D’Artagnan, presente in sala. Non è un caso che
l’album – da valutare nel suo complesso, come una sorta di vera e propria
opera in canzone – si apra con una registrazione d’epoca di un’icona come
Fischia il vento, poi sviluppata dal coro, e si chiuda con una versione corale
e suggestiva di O bella ciao. Nel repertorio troviamo canzoni che
appartengono a diversi periodi dell’artista, ma anche qualche inedito. Tra le
prima spicca La mia divisa, prezioso lavoro d’intreccio fra le voci ed il
quartetto d’archi Lorenzo Perosi, mirabilmente arrangiato dal chitarrista
genovese Matteo Nahum, che si conclude sulle parole di Calamandrei, ponte
tra la Resistenza di ieri ed il significato che potrebbe avere quella di oggi.
Dal già citato film–concerto arrivano invece Inclinato ad oriente, Olive da
friggere forte e E c’è una storia che ci piace ascoltare”, quest’ultima scritta a
quattro mani con Lino Ricco, come anche l’inedita Il mare se bagna Milano.
Sono inedite anche Se non ora quando? e Bandiera, i cui testi sono stati
scritti con Valentina La Barbera, il primo in occasione delle manifestazioni
omonime del 2011, il secondo durante le ricerche effettuate per preparare lo
spettacolo, quando Fabrizio e Valentina vengono colpiti dalla storia di
Pasquale Educ “Bandiera”, giovane partigiano delle Valli di Lanzo (terza
Brigata Matteotti), fucilato nell’ottobre 1944 a soli 17 anni. “Poco di buono”
o “banditi”, così venivano chiamati coloro che liberarono l’Italia
dall’occupazione nazifascista. Ed anche (soprattutto) a loro, questo bel
lavoro di Zanotti è dedicato.