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FABRIZIO PUGLISI - GUANTANAMO   «Giallo Oro»
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FABRIZIO PUGLISI - GUANTANAMO «Giallo Oro»

Negozio/Caligola Records
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FABRIZIO PUGLISI - GUANTANAMO «Giallo Oro»
Negozio/Caligola Records
Dettagli del prodotto



FABRIZIO PUGLISI - GUANTANAMO «Giallo Oro»
Caligola 2227

Fabrizio Puglisi (piano, synth, Fender Rhodes), Pasquale Mirra (vibes), Davide Lanzarini (double bass),
Gaetano Alfonsi (drums), Danilo Mineo (percussion), William Simone (percussion, batá).
Special guest : Venus Rodriguez (vocals) on track n. 3.


1) Giallo oro; 2) Un poco loco; 3) Ogun (Nigerian folk song);
4) Turkish mambo; 5) La comparsa; 6) Song for Doudou / To Doudou Ndiaye Rose.



A tre anni dalla sua registrazione viene finalmente pubblicato Guantanamo,
già noto e collaudato progetto di Fabrizio Puglisi, diventato anche nome
del gruppo, sorta di immaginifico viaggio da Cuba a New York, passando
per l’Africa. In questo contesto il pianista, siciliano ma ormai bolognese
di adozione, rivendica il predominio della componente ritmica su quella
armonico–melodica. Ciò risulta ancor più evidente per la presenza, oltre
che dell’usuale coppia contrabbasso–batteria, di ben due percussionisti
e del vibrafono di Pasquale Mirra. Tradizione e modernità trovano così
un suggestivo equilibrio, sia che vengano eseguiti brani originali,
come l’ipnotica composizione che apre e dà il titolo al disco, che s’inserisce
nel solco della tradizione afro–cubana, sia che vengano riletti capolavori del
jazz come la tristaniana Turkish mambo o Un poco loco, di Bud Powell.
Puglisi ribadisce con «Giallo Oro», se mai ce ne fosse bisogno,
che la poliritmia non è solo al centro della musica africana ma anche del jazz,
comunque lo si voglia leggere. Solista eclettico, dal fraseggio estremamente
sciolto e dinamico, qui mette in mostra il suo stile più percussivo ed incalzante,
estremamente funzionale al progetto, anche quando utilizza il pianoforte
in modo poco convenzionale, o addirittura il synth arp. Da segnalare ancora
una coinvolgente Ogun, melodia tradizionale nigeriana che si avvale della
partecipazione della cantante cubana Venus Rodriguez, da tempo stabilitasi
a Bologna, così come il tributo ad Ernesto Lecuona, uno dei più importanti
compositori e pianisti cubani, di cui viene riletta La comparsa, danza composta
nel 1912, a soli 17 anni. Così come lo aveva aperto, è ancora un brano del leader,
al Fender Rhodes – a chiudere il lavoro. Song for Doudou, composizione dedicata
al celebre percussionista senegalese Doudou Ndiaye Rose, scomparso nell’agosto
2015, sintetizza al meglio la raffinata ricerca ritmico–sonora di Fabrizio Puglisi,
non distante da certo minimalismo percussivo.

____________________________________________________________________

Three years after its recording, Guantanamo has been finally released;
the already well–known and tested project by Fabrizio Puglisi, which has also
become the name of the band, is a sort of visionary trip from Cuba to New York,
passing through Africa. In this context, the pianist, Sicilian but now Bolognese
of adoption, claims the dominance of the rhythmic component on the harmonic–
melodic.
This becomes even more evident thanks to the presence of two percussionists
and Pasquale Mirra’s vibes, in addition to the usual bass–drums pair.
Tradition and modernity find a striking balance, whether original tunes are being
played, such as the hypnotic composition that opens and gives the title to the album,
which is part of the Afro–Cuban tradition, or jazz masterpieces are being interpreted,
like Turkish mambo, by Lennie Tristano, or Un poco loco, by Bud Powell.
Puglisi reaffirms with «Giallo Oro», if it is ever needed, that polyrhythm
is not only at the center of African music but also of jazz.
Eclectic soloist, with its extremely loose and dynamic phrasing, here he shows
his most percussive and fast–paced style, extremely functional to the project,
even when using the piano, or even synth arp, in a less conventional way.
Noteworthy are the addictive Ogun, a Nigerian folk song with the participation
of Venus Rodriguez, Cuban singer based in Bologna for a long time now,
as well as the tribute to Ernesto Lecuona, one of the most important
Cuban composers and pianists, La Comparsa, a dance composed in 1912,
when he was only 17 years old. As the opening, the ending of this album
is again a piece by the leader, at Fender Rhodes. Song for Doudou,
a composition dedicated to the renowned Senegalese percussionist
Doudou Ndiaye Rose, who passed away in August 2015, best synthesizes
the refined rhythmic–sound search by Fabrizio Puglisi, not far from
certain percussion minimalism.


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