Ermanno Maria Signorelli (classic guitar), Ares Tavolazzi (double bass), Lele Barbieri (drums).
1) La ballade des chats; 2) Il sonno è bambino; 3) Silence; 4) Stop on Time;
5) Come una mamma; 6) Nardis (Miles Davis); 7) Arietta (Edvard Grieg); 8) Parole lontane; 9) Via libera.
Recorded, mixed and mastered at Basement Recording Studio,
Vicenza, Italy, in 2019, by Federico Pelle (Enrico Pavan, assistant).
«Silence», secondo album di un trio nato nel 2004, esce ben sei anni dopo «3» (Blue Serge)
e raccoglie sette composizioni originali del leader, uno standard e la rivisitazione di un
celebre brano pianistico di Edvard Grieg. A dominare il disco è una forte sensazione
d’intimità e di nitidezza, frutto della scelta dei tre musicisti di suonare rigorosamente in
acustico. L’intreccio fra le corde della chitarra di Signorelli e quelle del contrabbasso di Ares
Tavolazzi, mirabilmente sostenuti dal sapiente drumming di Lele Barbieri, dà vita ad una
musica che sfugge a qualsiasi tipo di classificazione – l’accorata interpretazione dell’Arietta
di Grieg ne è un esempio illuminante – dal sapore antico ed allo stesso tempo estremamente
moderna. Impegnato da tempo nell’encomiabile tentativo di valorizzare il ruolo della chitarra
classica nel jazz, Ermanno Maria Signorelli è padrone di casa autorevole ma allo stesso
tempo affabile e discreto, convinto della forza persuasiva delle idee, che non hanno bisogno
di essere urlate per risultare convincenti. “Dove tutti urlano non c’è voce che basti per farsi
sentire; nella valle solitaria un usignolo è concerto”, scrive nelle note di copertina il chitarrista
napoletano, ormai padovano d’adozione, e queste parole suonano anche come una presa di
posizione contro la dilagante incapacità di ascoltare di questi anni. Sottrarre può risultare
spesso più efficace che aggiungere: le pause, così come il silenzio, sono determinanti nella
costruzione dell’atto musicale. Silence, brano che dà il titolo all’album, è il manifesto della
concezione musicale di Signorelli, un silenzio inteso non come assenza ma come modo utile
a catturare ogni respiro, anche il più lontano, della vita. L’intensa e rarefatta Come una
mamma è una felice ripresa di una composizione già presente in quattro precedenti lavori
del chitarrista, fra cui il recente «Pater», realizzato in duo con Roberto Martinelli sempre per
Caligola. La davisiana Nardis è uno splendido trampolino di lancio per il contrabbasso di
Tavolazzi, mentre Stop on Time ha un’apertura ed una cantabilità che profumano d’America.
Musica quasi sussurrata quella del trio, ma non per questo meno convincente.