
Quantita' | Prezzo per unità | Sconto |
2 articoli | € 11.00 | 8% di sconto |
4 articoli | € 10.33 | 14% di sconto |
11 articoli | € 9.00 | 25% di sconto |
21 articoli | € 8.50 | 29% di sconto |
31 articoli | € 8.00 | 33% di sconto |
Tommaso Perazzo (piano), Dino Cerruti (double bass), Rodolfo Cervetto (drums).
1) Sweet Lorraine (Cliff Burwell); 2) A Latin Farewell (Riccardo Zegna); 3) When Will the Blues Live?
(Ornette Coleman); 4) Ricordi ((Tommaso Perazzo); 5) Empty–ty (Giovanni Cerruti); 6) Like Someone in Love (Jimmy Van Heusen); 7) Art Deco (Don Cherry); 8) Our Astor (G. Cerruti); 9) Blame It on My Youth (Oscar Levant); 10) Far Rockaway (T. Perazzo).
Live recorded in May 2021 at Canavese Pianoforti Atelier, Toirano (Savona);
mixed and mastered at Mazzi Factory Studio in 2022; sound engineer Alessandro Mazzitelli.
La collaudata coppia ritmica ligure formata dal contrabbassista Dino Cerruti e dal batterista Rodolfo Cervetto – che più di tre anni fa ci aveva regalato il pregevole «Melodies» (Caligola 2259), in
quartetto con Andrea Pozza e Giampaolo Casati – si presenta ora a fianco di un’ancora poco celebre ma già tangibile promessa del pianoforte jazz italiano, Tommaso Perazzo, classe 1996, originario di Varese, maturato musicalmente a Genova e perfezionatosi alla Manhattan School di New York, dopo esser passato per il conservatorio di Amsterdam. Un musicista in decisa ascesa quindi, tutto da scoprire. E che bella scoperta dev’essere, per chi non aveva avuto modo di conoscerlo prima! Siamo qui in presenza del più classico dei “piano jazz trio” di scuola bianca, che si muove sulla scia di quanto è stato codificato sessant’anni fa da Bill Evans, e messo successivamente a punto prima da Chick Corea, poi da Brad Mehldau, con sempre un grande senso dello swing. Registrato in presa diretta ma senza la presenza del pubblico, con uno splendido gran coda Steinway e quelle caratteristiche di immediatezza e spontaneità che sono proprie del jazz, anche del più contemporaneo, il disco presenta dieci brani, tutti interessanti ed estremamente godibili. Quattro sono originali, equamente divisi fra Cerruti e Perazzo, ma ci sono anche una bella composizione di Riccardo Zegna, pianista di riferimento del jazz ligure, e cinque standard. Due di questi vengono dal repertorio più moderno, frutto della penna di due maestri che hanno collaborato a lungo e con risultati straordinari come Ornette Coleman – è sua l’ipnotica When Will the Blues Live? – e Don Cherry, qui presente con la cantabile e deliziosa Art Deco. La freschezza improvvisativa del trio, così come la sua costante ricerca della cantabilità melodica e dell’interplay, contribuiscono a far passare in secondo piano qualche imperfezione esecutiva, lievissima peraltro, che, pur presente in ogni concerto, non ha per questo impedito che alcuni dischi “live” diventassero delle pietre miliari della nostra musica.
___________________________________________________________________________
The well-established duo from Liguria consisting of bassist Dino Cerruti and drummer Rodolfo Cervetto – who gifted us with the excellent «Melodies» (Caligola 2259), recorded with Andrea Pozza and Giampaolo Casati, a little more than three years ago – is now playing with a young pianist who shows great promise: Tommaso Perazzo. Born in 1996 and hailing from Varese, Perazzo grew musically in Genoa and perfected at the Manhattan School of Music in New York after studying at the Conservatorium van Amsterdam. He’s an up–and–coming musician to be fully discovered. It must have been quite an amazing discovery for those who didn’t get to know him before! We are before the most typical jazz piano trio of the “white school” that follows in the footsteps of Bill Evans and what he established sixty years ago, which was then perfected by Chick Corea first and Brad Mehldau after, always with great swing. Recorded live but with no audience, with a magnificent Steinway grand piano and that spontaneity and immediacy typical of jazz, even contemporary jazz, the album consists of ten enjoyable tracks. Four of them are original tracks equally divided between Cerutti e Perazzo, but there’s also a nice composition by pianist Riccardo Zegna, a master of Ligurian jazz, and five standards. Two of those standards come from the modern repertoire and are fruit of two masters who built successful long–lasting collaborations like Ornette Coleman – When Will the Blues Live? was composed by him – and Don Cherry, who composed the gorgeous Art Deco. The fresh approach to improvisation, as well as the trio’s constant search for melodiousness and interplay help overlook a few, however slight, imperfections that didn’t prevent some live albums becoming milestones in music despite happening in concerts.