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Domenico Caliri (electric guitar), Stefano Senni (double bass), Marco Fratttini (drums).
1) Misguided way; 2) Nettarina; 3) Aria mossa; 4) M’usciau; 5) O.T.: dal buio in poi;
6) Tales from Afar; 7) Nini G.; 8) Serpe; 9) Rugeth’s dew; 10) Nuove luci; 11) My mind on a surf; 12) Res.
Recorded on 24th and 25th February 2018, mixed and mastered on 13th and 16th March 2018,
at Jambona Lab Studios, Cascina (Pisa), by Antonio Castiello.
Tra i più importanti chitarristi jazz italiani degli ultimi vent’anni, Domenico Caliri
non è, contrariamente a molti suoi colleghi, musicista discograficamente
prolifico, soprattutto come leader. Proprio per questo ogni suo nuovo lavoro,
sempre lungamente meditato, risulta pregnante di contenuti e non delude quasi
mai i suoi numerosi estimatori. In questo suo quarto disco per Caligola il
chitarrista siciliano, ormai bolognese d’adozione, rispolvera quel Cal Trio che
tanto aveva fatto parlare di sé nello scorso decennio, quando al suo fianco
c’erano Antonio Borghini e Cristiano Calcagnile, poi sostituito da Federico
Scettri. Da un paio d’anni – dopo la faticosa ma esaltante esperienza con
l’ensemble allargato di «Camera lirica» (2014) – Caliri è tornato a frequentare la
formazione a lui molto congeniale del trio, trovandosi a suonare abbastanza
regolarmente con il contrabbassista Stefano Senni ed il batterista Marco
Frattini. Concerto dopo concerto é così rinato, dopo qualche anno di pausa, il
Cal Trio, delineando un’identità sempre più precisa ed originale, tanto da
spingere il suo leader a scrivere nuova musica e quindi a registrarla. Con
l’unica eccezione rappresentata da My mind on a surf, composta nel 2013 per
«Dialoghi a corde», disco registrato in duo con Ares Tavolazzi e pubblicato nel
2015 dall’Onyx Club di Matera, tutte le altre composizioni sono state scritte fra il
2015 ed il 2018; Nini G. proprio a ridosso della registrazione. Sia i brani più
impegnativi, come Aria mossa e Serpe, caratterizzati da arpeggi veloci e
continui cambi di tempo, sia quelli apparentemente più “leggeri” e scanzonati,
come la già citata My mind on a surf o la latineggiante M’usciau, hanno in
comune la ricerca di una cantabilità melodica ed allo stesso tempo l’irregolarità,
spesso imprevedibile, della struttura ritmica. Tutti i brani del chitarrista sono
infatti allo stesso tempo melodici e “storti”, una caratteristica consolidata del
suo stile compositivo, ed il lavoro svolto dalla solida coppia ritmica formata da
Senni e Frattini per cercare di smussare degli angoli spesso molto spigolosi,
risulta a tal fine encomiabile e prezioso.