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Nagual (sax tenore e soprano), Nicola Cristante (chitarre),
Ivan Tibolla (pianoforte) Danilo Gallo (contrabbasso), Aljoša Jerič (batteria).
Ospite: Fabio Lazzarin (tabla)
Il progetto “Dhyana Jazz Project” nasce dall’incontro fra due musicisti professionisti attivi da
numerosi anni a Venezia: il sassofonista Nagual (Gianni Ancorato) ed il chitarrista Nicola
Cristante. Tutti e dieci i brani di questo loro primo lavoro discografico sono originali e frutto di
una profonda ricerca compositiva, le cui fatiche sono state equamente suddivise fra i co–leader
della formazione, che ne firmano quindi cinque ciascuno. Diverse e complementari le atmosfere
che i due sanno evocare: lirica ed impressionista, fortemente legata alla ricerca modale del
primo Coltrane quella di Nagual, specie quando imbraccia il tenore; più vicina a sonorità
moderne quella del chitarrista, capace comunque di calarsi perfettamente con lo strumento
acustico nella spiritualità indiana di Tabula rasa, costruito su un semplice raga percussivo delle
tabla. Unica eccezione è il bel tema finale di Isola, in cui Nagual sembra guardare più ai post
–coltraniani che non al Maestro, offrendo così alla chitarra methenyana di Cristante un’ottima
occasione per mettersi in luce.
Veneziano formatosi musicalmente alla Scuola del Testaccio di Roma, e poi a sua volta
insdegnante nella Scuola veneziana “Il Suono Improvviso”. Nagual ha suonato
professionalmente nei più diversi contesti, in Italia ma anche all’estero, soprattutto in America
Latina, mentre Nicola Cristante, autodidatta, è arrivato al jazz passando attraverso il rock–blues
e la fusion, curando molto, oltre che la tecnica strumentale, oggi davvero completa, il lavoro di
composizione. Li sostiene in questa suggestiva avventura una sezione ritmica di prim’ordine,
che se ha nell’attivissimo ed eclettico contrabbassista Danilo Gallo la sua figura di maggior
spicco, trova nei più giovani ma egualmente efficaci Ivan Tibolla ed Aljoša Jerič, degli eccellenti
comprimari.Ma il tenore di Nagual, oltre a rendere scoperti e sinceri omaggi a John Coltrane in
Om e Trane (sono gli stessi titoli a farcelo intuire) sa conferire accenti coltraniani anche alla
cantabilità quasi methenyana del bel tema di Cristante che dà il titolo all’album. Lo sviluppo di
Natura quasi morta, ballad profondamente intensa e meditativa, offre interessanti soluzioni nel
dialogo fra sassofono e chitarra, che sanno conversare proficuamente in ognuno dei dieci
episodi di «Quintessenze». Questo riuscito lavoro dimostra anche quanto leggibilità e
semplicità possano far bene al jazz, talvolta succube dell’eccessiva artificiosità dei suoi
progetti.