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Paolo Botti (viola, banjo, Stroh violin, bowed psaltery, er–hu), Gabriele Mitelli (trumpet, pocket trumpet, alto horn), Massimo Falascone (alto and baritone sax, cracklebox), Nino Locatelli (bass clarinet, melodica, bells), Pasquale Mirra (vibes, percussion), Gabriele Evangelista (double bass), Dudu Kouaté (african percussion, calebasse, djembè, effects), Cristiano Calcagnile (drums, percussion, voice, arrangements). Special guest: Alberto Braida (Fender Rhodes), on tracks n. 4/5/6.
1) The Gift (C.Calcagnile, G.Mitelli, N.Locatelli, M.Falascone);
2) Togetherness (Don Cherry); 3) Cohesiveness (P.Botti, G.Mitelli, M.Falascone, G.Evangelista);
Birds Suite:
[ 4) The Calebasse’s Call – Theme for Migration Birds (C.Calcagnile, D.Kouaté, P.Mirra, A.Braida),
5) Birds Travelling Across the Storm (P.Mirra, D.Kouaté, A.Braida) ];
6) Brown Rice (D.Cherry)
7) Communion Suite – Live Version
[a. Awake Nu (D.Cherry), b. Happy House (O.Coleman),
c. Dewey’s tune (D.Redman), d. Symphony for improvisers (D.Cherry)];
8) At the End a Bird Singing on the Moon (P.Botti, N.Locatelli, G.Evangelista).
Recorded by Roberto Barcaro, on October 18/19/20, 2015, at Centro Culturale Candiani, Mestre (Venezia);
mixed and mastered by Antonio Morgante and Cristiano Calcagnile, from January to July 2018,
at Blue Train’s Recording Studio, Mira (Venezia). Fender Rhodes (tracks 4/5/6) recorded by Cristiano Calcagnile
on March 10, 2018, drums (track 5) by Gianmaria Aprile on April 14, 2018; both at Nibiru Station, Novate Milanese (Milano).
Nel 2013 Cristiano Calcagnile, batterista attivo su più fronti, dal rock
d’avanguardia al jazz più sperimentale, ha iniziato a lavorare intorno
all’idea di un tributo a Don Cherry, folletto geniale e visionario,
antesignano della world–music. Dopo aver debuttato nell’aprile 2014 a
Milano e suonato in alcuni festival, l’ottetto di Calcagnile ha registrato in
tre giorni a Mestre, nell’ottobre 2015, il materiale che verrà utilizzato per
l’album del debutto, «Multikulti Cherry on» (2017, Caligola). Ma il
gruppo non ha esaurito con questo disco il suo percorso creativo. Ha
continuato a lavorare e, pur ispirandosi al trombettista dell’Oklahoma,
ha proseguito un viaggio sempre più originale e suggestivo. L’esigenza
di guardare avanti, anche a costo di prendersi dei rischi, senza tradire il
suono degli esordi, ha reso quasi inevitabile l’uscita di un nuovo lavoro,
che utilizza ancora parte del materiale di quella fruttuosa sessione di
registrazione (tra cui una versione “live” della Communion Suite), ma
con l’aggiunta di alcune sovraincisioni effettuate in studio. Vengono
privilegiate in quest’occasione le composizioni originali rispetto ai temi
cherryani. «The Gift of Togetherness» ci conferma che, sotto le ali
protettive di Don Cherry, qualcosa di nuovo ha preso forma. Grazie
all’empatia del gruppo, oggi nonetto con l’aggiunta del pianista Alberto
Braida – qui al Fender Rhodes – le forti personalità dei suoi musicisti si
mettono al servizio del collettivo, senza che per questo le singole libertà
vengano soffocate. È un’urgenza espressiva, quella del Multikulti
Ensemble, che si esprime in modo giocoso, a tratti irriverente, ma non
priva di coinvolgente drammaticità.