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Claudio Cojaniz (piano), Alessandro Turchet (double bass),
Luca Colussi (drums), Luca Grizzo (percussion).
1) Bozo; 2) Blues dans la nuit; 3) Mokoba;
4) Winter; 5) Orphans; 6) Fumoir; 7) Papaveri gialli.
All compositions by Claudio Cojaniz.
Recorded at Digitalsound Studio, Vedelago (Treviso), on 10th Aprile 2021
by Walter Bertolo; mixed and mastered in Udine by Franco Feruglio,
in Summer 2021; analog remastering by Walter Bertolo in October 2021.
La collaborazione di Claudio Cojaniz con Caligola è iniziata nel 2004 con «War
Orphans», disco realizzato insieme a Giancarlo Schiaffini. Pianista già affermato della
scena jazzistica nazionale, protagonista di alcuni importanti album per Splasc(H), ma
non solo, il Nostro ha poi continuato a pubblicare con la nostra etichetta, e questo
riuscito «Orfani» è il sedicesimo titolo della serie. Un bel traguardo, non c’è che dire:
record assoluto all’interno della pur nutrita scuderia Caligola. La “chioccia” Cojaniz ha
poi il merito di aver contribuito alla crescita di quelli che nel 2009 erano solo giovani
promesse, ed oggi sono invece splendide realtà del jazz italiano, ovvero il
contrabbassista Alessandro Turchet ed il batterista Luca Colussi. Quel trio ha registrato
nel 2010 «The Heart of the Universe», e qualche anno dopo ai tre si è aggiunto il
percussionista, anche lui friulano, Luca Grizzo, arricchendo così quella già variegata
tavolozza di nuovi e sorprendenti colori. Il quartetto, documentato discograficamente
dal 2016, raggiunge ora, con questo recente lavoro, il suo punto più alto, facendo
sintesi dei precedenti «Sound of Africa» e «Molineddu», ed allo stesso tempo
superandoli per autorevolezza e disegno complessivo. Rimangono echi
africaneggianti, specie in Bozo e Mokoba, ma sono più morbidi e attenuati, che poi le
liriche e delicate melodie di Blues dan la nuit e Winter completano in modo magico. Ma
anche nel tema melanconico che dà il titolo all’album – che Cojaniz ha scelto di
tradurre in italiano – così come nel riflessivo Fumoir e nell’ipnotico e nostalgico finale di
Papaveri gialli hanno un unico e profondo, spesso fuggevole ma imprescindibile senso
del blues, qui inteso più come stato dell’animo che come struttura musicale, più lingua
parlata che grammatica insomma. Affiancano mirabilmente il pianista friulano in questo
suggestivo viaggio il sontuoso e preciso contrabbasso di Alessandro Turchet, la
creativa ed incalzante batteria di Luca Colussi, le fantasiose ma sempre pertinenti
percussioni di Luca Grizzo. Un gruppo che può ben dire di aver raggiunto, dopo più di
un decennio di attività, compattezza e coerenza esemplari.