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Claudio Cojaniz (piano), Alessandro Turchet (double bass).
1) Heraklia; 2) Acqua marina; 3) Guadalupe; 4) Buena suerte; 5) Camilandia;
6) Madeleine; 7) Big Sur; 08) ‘Round Midnight (T.Monk, C.Williams).
Recorded, in October 2022 and May 2023 at Digitalsound Studio, Vedelago (Treviso),
by Walter Bertolo; mixed and mastered in November 2023 at Braidamatta Studio,
Tricesimo (Udine), by Franco Feruglio
La fruttuosa collaborazione fra Claudio Cojaniz e Caligola Records è iniziata nel 2004 con «War Orphans», album registrato in duo con il trombonista Giancarlo Schiaffini. Il pianista friulano, ch’è ormai da tempo uno dei più importanti ed originali esponenti della scena jazzistica italiana, pubblica con «Madeleine» il suo diciottesimo disco da leader con la nostra etichetta. Esattamente vent’anni dopo Cojaniz torna quindi alla formazione del duo, una delle sue preferite, facendosi affiancare dal fidato e sempre più autorevole contrabbasso di Alessandro Turchet, molto più giovane di lui ma con cui sta suonando da ormai più di un decennio, sia in trio che in quartetto. Che il pianista si trovi molto a suo agio con il duo lo confermano, oltre al già citato «War Orphans», sia il dialogo a suo tempo instaurato con il sax di Francesco Bearzatti («Beat Spirit», 2009), che soprattutto quello molto più duraturo e proficuo intessuto con il contrabbasso di Franco Feruglio, musicista della sua generazione, con cui ha pubblicato due splendidi album, «Blue Africa» (2013) e «Blue Question» (2019). In «Madeleine» sono presenti sette brani originali, oltre che un’accattivante nuova interpretazione di ‘Round Midnight, ballad già affrontata nel piano solo di «Blue Demon» (2000). L’eco di Thelonious Monk, ancor oggi modello e maestro, è avvertibile anche nella sospesa e notturna Buena suerte. Se l’apertura del disco è contrassegnata dalle melodie melanconiche ed evocative di Heraklia e Acqua Marina, nella festosa e danzante Guadalupe ritorna invece la grande madre Africa, amore mai dimenticato. Merita d’esser segnalata infine l’incalzante Big Sur, con il suo incedere ritmico sostenuto, dove l'interazione tra il pianoforte del leader ed il contrabbasso di Turchet, qui a tratti davvero sontuoso, raggiunge forse il suo apice. «Madeleine», che segue di appena un anno «Black», registrato invece con la più convenzionale formazione del trio piano–basso–batteria, è l'ennesima perla infilata nella luccicante collana a cui Claudio Cojaniz, con indomita costanza, da anni continua a lavorare, incurante delle mode del momento, e che i suoi molti estimatori, non solo italiani, si augurano non debba mai terminare.
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The fruitful collaboration between Claudio Cojaniz and Caligola Records started in 2004 with «War Orphans», an album recorded as a duo with trombonist Giancarlo Schiaffini. The pianist from Friuli, who has long been one of the most important and original Italian jazz musicians, released his eighteenth album as a leader «Madeleine» with our label. Exactly twenty years later Cojaniz is back playing in a duo, one of his favorite lineups, and is joined by the trusted and increasingly influential double bass played by Alessandro Turchet. He is much younger than Cojaniz, but has been playing with him for more than a decade, both in a trio and in a quartet. Cojaniz feels at ease when playing in a duo and that is proven by the aforementioned «War Orphans» and the dialogue with Francesco Bearzatti’s sax («Beat Spirit», 2009), but most of all by the long–time fruitful collaboration with the double bass of Franco Feruglio, a musician of the same generation, with whom he released two great albums, «Blue Africa» (2013) and «Blue Question» (2019). In «Madeleine» there are seven original tracks as well as a captivating interpretation of ‘Round Midnight, a ballad he had already played in the solo piano album «Blue Demon» (2000). The echo of Thelonious Monk, who is still a master and influence, can also be heard in the suspended and nocturnal Buena suerte. The opening of the album is marked by melancholy, evocative Heraklia and Acqua Marina, while in the cheerful, dancing Guadalupe one can hear Mother Africa, a never forgotten love. It is worth mentioning the captivating Big Sur and its steady pace; perhaps it is when the interplay between the leader’s piano and Turchet’s double bass, which is truly sumptuous at times, reaches its peak. «Madeleine» comes out only one year after «Black», which was recorded with the more conventional piano–bass–drums trio, and is the umpteenth jewel in the crown for Claudio Cojaniz – he has been working with consistency, regardless of trends and his many fans, who are not just Italians, hope he will never stop making art.