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Claudio Cojaniz (piano), Alessandro Turchet (double bass), Luca Colussi (drums).
1) Carafa Sphere; 2) Old Blues; 3) Toni e Maurizio; 4) Cracking;
5) Insomnia; 6) Piazza San Vittorio; 7) Big Sur.
Recorded and mixed at East Land Recording Studio, Cormons (Gorizia), Italy,
by Francesco Blasig, in September 2024.Recorded on 12th April 2024, mixed and mastered in May 2
Con «Cracking» sono ben diciannove gli album di Claudio Cojaniz pubblicati in poco più di vent’anni da Caligola. Dopo la parentesi di «Black» (2023), che l’aveva visto alla testa di un inedito trio, il pianista è qui nuovamente affiancato da Alessandro Turchet e Luca Colussi, suoi vecchi e fidati compagni di viaggio, che formano con lui l’A.P. Trio. Una collaborazione lunga e proficua la loro, che dura da più di quindici anni ma è iniziata discograficamente nel 2012 con l’album «The Heart of the Universe». Ci sono stati poi tre dischi incisi in quartetto (con l’aggiunta del percussionista Luca Grizzo), «Si Song», alla testa di un largo ensemble comprendente Alexander Balanescu, ed un altro più recente registrato in duo da Cojaniz e Turchet («Madeleine», 2024). Con «Cracking» il cerchio sembra chiudersi per tornare al trio degli inizi. Il pianista ha anche il merito di aver contribuito alla crescita di Colussi e Turchet, che nel 2009 erano soltanto giovani promesse ed oggi sono invece splendide realtà del jazz italiano. L’A.P. Trio ha raggiunto oggi una compattezza ed una lucidità davvero esemplari, qualità che emergono in ciascuno dei sette brani dell’album, tutti composti dal leader. È un “interplay” pressoché magico il loro, che si avverte sin dal tema iniziale, il monkiano Carafa Sphere (un Monk a due facce, in bilico fra concitazione ritmica e disteso lirismo), così come a Sphere, sua antica e continua fonte di ispirazione, guarda anche Cracking, uno dei tre “ripescaggi” operati in questo nuovo lavoro. Il brano, come l’intimo e pensoso Insomnia, è tratto infatti da «Blue Question» (2019), registrato da Cojaniz in duo con Franco Feruglio, mentre Big Sur, caratterizzato da una tensione quasi colemaniana, compare invece nel già citato «Madeleine». Per un pianista così originale, profondo e sincero anche un semplice “vecchio blues” può costituire uno spunto prezioso per l’improvvisazione. L’allegria solare e contagiosa di Piazza San Vittorio, sospeso tra Sud Africa e Caraibi, viene bilanciata dalla nostalgica malinconia di Toni e Maurizio, sentito omaggio a due amici calabresi scomparsi prematuramente a distanza di pochi mesi.
È proprio il desiderio di ricordarli a costituire la principale motivazione di questo nuovo riuscito lavoro di Claudio Cojaniz, perla che si aggiunge ad una collana già ricca e preziosa.