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Giampaolo Casati (trumpet, flugelhorn), Andrea Pozza (piano),
Dino Cerruti (double bass), Rodolfo Cervetto (drums).
1) I’ll Close My Eyes; 2) Sail Away; 3) Quasimodo; 4) The Star–Crossed Lovers; 5) Lawns;
6) Our Spanish Love Song; 7) Some Other Time / Somewhere; 8) Irreturn to Charles De Gaulle;
9) Just One of Those Things; 10) Paris Blues; 11) What a Difference a Day Made.Recorded and mixed in May 2018, at Mazzi Factory Studio,
Toirano (Savona), by Alessandro Mazzitelli.Confrontarsi con gli standard non è mai banale. Bisogna riuscire a far
dimenticare le molte interpretazioni passate alla storia del jazz ed a farli
rivivere sotto una nuova luce. Il quartetto di «Melodies» vi riesce, e nel
migliore dei modi. Gli undici brani scelti non sono peraltro tra i più
frequentati dai jazzisti, ma il loro forte potere evocativo, frutto
dell’equilibrio e dell’interplay presenti in ogni esecuzione, ce li fa sentire
subito familiari. La tromba (ed il flicorno), di Giampaolo Casati riesce a
far cantare quelle melodie, specie le più intime e pacate. Il suo lirismo,
intenso ed essenziale, mai eccessivo, ben si sposa con il raffinato e
lucido pianismo di Andrea Pozza che, come il trombettista, non ha certo
bisogno di presentazioni; entrambi occupano, da tempo, un posto di
primo piano nel ricco panorama jazzistico italiano. Oltre a brani poco
noti di celeberrimi maestri della tradizione – da Quasimodo di Charlie
Parker a Paris Blues di Duke Ellington – i quattro musicisti genovesi
hanno saputo pescare con intelligenza da un repertorio contemporaneo,
regalandoci splendide interpretazioni di Sail Away (Tom Harrell), Our
Spanish Love Song (Charlie Haden), Lawns (Carla Bley), forte di una
cadenza ritmica sospesa ed ipnotica, ma anche di Irreturn to Charles
De Gaulle, dell’amico pianista Mario Bellavista, con cui Casati aveva
pubblicato nel 2007 il pregevole «4 Friends». Davvero ben assortita,
oltreché estremamente affiatata, è la coppia ritmica, formata da due
apprezzati jazzisti genovesi, il contrabbassista Dino Cerruti ed il
batterista Rodolfo Cervetto. Anche loro hanno contribuito alla riuscita di
un album fresco e sincero, che non ambisce a stupire gli ascoltatori con
colpi ad effetto, né di sorprenderli con “vecchie novità”, ma che si fa
ascoltare tutto d’un fiato, dall’inizio alla fine, senza correre il rischio di
annoiarsi.