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Baba Sissoko (vocals, tamani, n’goni, percussion), Antonello Salis (piano, accordion, keyboards), Famoudou Don Moye (drums, percussion).
1) Kumbe; 2) Danaya; 3) Isio Saba; 4) Du Ba; 5) Salis; 6) Wassoulou;
7) Mande Masa; 8) Tama; 9) Moye; 10) Mali Lolo.
All tunes composed by Baba Sissoko.
Recorded by Angelo Pantaleo at Teatro Forma, Bari, on 28 Nov. 2014;
mixed and mastered by Antonio Morgante, at Blue Train’s Studio, Mira (Venezia), in March 2015.
Baba Sissoko, griot e polistrumentista del Mali, fautore dell’incontro fra musica etnica e
jazz, è impegnato da anni nella diffusione della tradizione musicale del suo paese nel
mondo. Nell’Art Ensemble del “dopo–Bowie” Sissoko ha avuto modo di mescolare
l’Amadran (musica che per molti ricercatori è all’origine del blues) con le musiche
popolari afro–americane e il jazz, tentativo che ha avuto il suo apice in due album,
«Bamako Chicago Express» (2002) e «Reunion» (2003). Moye e Sissoko dividono questo
suggestivo progetto con il pianista–fisarmonicista Antonello Salis, storico protagonista del
jazz italiano, improvvisatore vulcanico ed incontenibile. Rileggendo la sua biografia si
scoprirà come, a cavallo fra gli anni ’70 ed ’80, sia venuto più volte in contatto con Lester
Bowie e tutta l’AEoC. Formatosi negli anni caldi del free–jazz e della rivolta nera, il
batterista–percussionista Don Moye è tra quei musicisti che hanno compiuto il viaggio di
“ritorno alle origini”, approfondendo la conoscenza della musica tradizionale africana.
Da parte sua il più giovane Baba Sissoko ha unito la tradizione dei griot maliani alle
musiche nere occidentali. In mezzo a questi due artisti la presenza di Antonello Salis non
appare affatto casuale, dal momento che il musicista sardo è forse il più “fisico” ed
“africano” dei jazzisti italiani, capace di muoversi con creatività fra i sentieri tortuosi
dell’improvvisazione. Il nome dato a questo trio, Jazz (R)evolution, appare in tal senso
quanto mai appropriato. Non è stato facile selezionare e quindi missare il materiale
proveniente da un concerto di Bari: ogni loro esibizione è un flusso di energia allo stato
puro, una catarsi dello spirito e della mente cui è difficile rimanere indifferenti. Il disco
risulta sufficientemente lungo per restituire all’ascoltatore tutta la cangiante bellezza di
una musica difficile da definire, anche se è sempre l’improvvisazione jazz a farla da
padrone. Segnaliamo infine la dedica a Lester Bowie e Malachi Favors, cofondatori
dell’AEoC, ma anche al loro mentore italiano, Isio Saba, che ha avuto l’ulteriore merito di
far conoscere a Sissoko sia Salis che Moye.____________________________________________________________________
Baba Sissoko, Malian griot and multi–instrumentalist, advocate of the encounter of world
music and jazz, has been engaged for years in spreading the musical tradition of his
country in the world. In the “after–Bowie” Art Ensemble, Sissoko had the opportunity to
mix Amadran (music that for many researchers is the origin of the blues) with Afro
–american popular music and jazz, an effort that has peaked in two albums, «Bamako
Chicago Express» (2002) and «Reunion» (2003). Moye and Sissoko share this impressive
project with pianist–accordionist Antonello Salis, historical protagonist of Italian jazz, a
volcanic and uncontainable improviser. Re–reading his biography, you can discover how,
at the turn of the ’70s and ’80s, he has come several times in contact with Lester Bowie
and the whole AEoC. Trained in the hot years of free–jazz and the Black Revolt, drummer
and percussionist Don Moye is among those musicians who have made the journey “back
to basics”, deepening the knowledge of traditional African music. On his part the youngest
Baba Sissoko has combined the tradition of Malian griot with western black music. In
between these two artists, the presence of Antonello Salis doesn’t appear random, as the
Sardinian musician is perhaps the most “physical” and “African” of Italian jazz
musicians, able to move with creativity among the winding paths of improvisation. The
name given to this trio, Jazz (R)evolution, seems very appropriate. It was not easy to select
and then mix the material coming from the Bari’s concert: everyone of their performances
is really a stream of pure energy, a catharsis of the spirit and of the mind to which is
difficult to remain indifferent. The album is long enough to give back to the listener all the
iridescent beauty of a music which is difficult to define, although jazz improvisation is the
one runs the show. Finally, please note the significant dedication to Lester Bowie and
Malachi Favors, co–founders of AEoC, but also to their Italian mentor, Isio Saba, dead in
2013, who had the merit to introduce both Salis and Moye to Sissoko.