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Andrea Ferrario (tenor sax), Mauro Gallo (piano),
Giannicola Spezzigu (double bass), Marcello Molinari (drums).
1) Blackenin’; 2) Alice; 3) The mask; 4) Tu si ‘na cosa grande;
5) Fui bullo e vate; 6) Pasolini; 7) Journey; 8) Lullaby.
Seconda prova discografica come leader del milanese Andrea Ferrario,
filosofo e tenorsassofonista che ha studiato alla Scuola Civica di Jazz di
Milano e si è quindi laureato al Dipartimento Jazz del Conservatorio di
Adria, questo «The mask» arriva a quasi cinque anni di distanza
da «Volo notturno» (J–Digital) – ch’era stato registrato in quintetto – e
sembra sancirne la definitiva consacrazione come solista ormai maturo
ed originale, in linea con la migliore tradizione neo–boppistica
americana, ma dotato di un fraseggio sciolto e lineare, dallo spiccato
gusto melodico. Ma Ferrario ama anche l’orchestra, come dimostra la
sua lunga militanza con la Civica Jazz Band milanese e, più
recentemente, l’album «Verso Sud», inciso nel 2009alla testa della
Bidibop Big Band, orchestra di “latin jazz” di cui cura la direzione e gli
arrangiamenti. Ma in una carriera professionale non avara di
soddisfazioni, ha anche messo il suo sax tenore duttile e incisivo al
servizio della voce soul di Andrea Mingardi – con cui ha registrato un
“album tributo” a Ray Charles – e del cantautore bolognese Claudio
Lolli.
Questa più recente edizione del suo quartetto può contare sull’apporto
del solido pianismo di Mauro Gallo – abruzzese che vanta importanti
esperienze anche nella musica classica e firma due degli otto brani del
disco – e sul preciso quanto incalzante sostegno fornito dall’affiatata
coppia ritmica formata da Giannicola Spezzigu, contrabbasso, e
Marcello Molinari, batteria. Al quartetto, attivo in questa formazione da
circa un triennio, si sono spesso aggiunti in concerto due storici
protagonisti del jazz italiano come Marco Tamburini e Piero Odorici,
quest’ultimo anche autore, insieme a Paolo Fresu, delle note di
copertina del disco. La musica corre via senza pause, sempre godibile
ed avvincente, alternando sapidi e veloci brani di gusto boppistico (The
mask e Journey) a ballad più intime (Alice e Lullaby), proponendo in
tutto sei composizioni originali e due personali rielaborazioni di Pasolini,
un bel tema di Aldo Romano, e di Tu si ‘na cosa grande, una delle perle
più preziose dello sterminato repertorio di Domenico Modugno. Andrea
Ferrario guida con abiltà ed autorevolezza il quartetto lungo sentieri
collaudati e quasi mai impervi, riuscendo a regalarci dei bei momenti di
jazz in virtù di un’invidiabile “interplay”, che lascia ampi margini
d’intervento ai suoi eccellenti partner.