
Quantita' | Prezzo per unità | Sconto |
2 articoli | € 11.00 | 8% di sconto |
4 articoli | € 10.33 | 14% di sconto |
11 articoli | € 9.00 | 25% di sconto |
21 articoli | € 8.50 | 29% di sconto |
31 articoli | € 8.00 | 33% di sconto |
Alberto Vianello (tenor, alto and soprano sax), Paolo Vianello (piano, Fender Rhodes),
Mattia Magatelli (double bass), Max Trabucco (drums).
1) From Different Views; 2) Monk Atmosphere; 3) 20 Minutes to the Lydian Mode;
4) Billy’s Mood; 5) Journey into the Mind; 6) Nairobi; 7) Behind the Corner;
8) Funky Heads.
All tunes composed and arranged by Alberto Vianello
Recorded on 17th and 18th April, mixed and mastered on 1st June 2021
at Art Music Recording Studio, Bassano del Grappa (Vicenza), by Diego Piotto.
C’è chi giovanissimo, appena uscito dal conservatorio, pensa già al primo disco e chi,
come il sassofonista veneziano Alberto Vianello, classe 1975, vi arriva invece dopo un
lungo apprendistato ed oltre vent’anni di proficua e costante crescita artistica, maturata
sia all’interno di orchestre – importante il lavoro decennale svolto nella Thelonious
Monk Big Band di Marcello Tonolo – che di piccoli gruppi (con Marco Ponchiroli in
«Tammitu» e Tommaso Genovesi in «Open Spaces», entrambi per Caligola). Ma sono
da ricordare ancora la sua partecipazione al progetto «Glauco Venier Plays Zappa» e
la sua esperienza come solista classico nell’ensemble di sassofoni del Conservatorio
di Castelfranco Veneto. E trascuriamo di citare le masterclass, i seminari, le borse di
studio, gli studi in conservatorio, i molti premi e riconoscimenti ottenuti. I tempi erano
insomma più che maturi per il suo primo album da leader, che comprende tutte
composizioni originali scritte nel corso degli ultimi anni e sembrano filtrare stili diversi,
benché fortemente caratterizzate dalla piena adesione al linguaggio jazzistico
contemporaneo, partendo da Wayne Shorter per arrivare sino a Chris Potter. Vianello è
giunto alla registrazione di «From Different Views» forte del lavoro svolto in quasi due
anni con un quartetto solido ed affiatato, completato da musicisti – in primis il fratello
Paolo, pianista eccellente quanto sottovalutato, che ha qualche anno più di lui e l’ha
indirizzato verso il jazz – legati fra loro da un’alchimia a tratti magica. L’esemplare
propulsione ritmica offerta da Mattia Magatelli e Max Trabucco consente al
sassofonista – che qui non suona solo il tenore, suo strumento preferito, ma anche il
soprano e l’alto – di affrontare con disinvoltura i passaggi melodico–armonici più
tortuosi e complessi e di superare ogni ostacolo sempre nel migliore di modi. Gli otto
brani proposti, molto diversi fra loro, hanno tutti più di un motivo d’interesse e vanno
perciò ascoltati con la massima attenzione. Qui nulla, nemmeno le improvvisazioni più
ardite, sembra affidato al caso. Un disco del debutto tardivo forse, ma riuscito e
pregnante come raramente capita di ascoltare.